La Nuova Sardegna

Noragugume, raffica di interrogatori

di Kety Sanna
Noragugume, raffica di interrogatori

Resta in piedi la pista investigativa dei legami con la faida. L’autopsia: una sola fucilata per Umberto, due per il padre

22 gennaio 2014
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NORAGUGUME. È stata effettuata ieri mattina l’autopsia sui corpi di Bruno e Umberto Nieddu, padre e figlio di Noragugume, assassinati all'alba di domenica nelle campagne del paese, in località Pira Birde. L’anatomopatologo ha stabilito che i killer, appostati dietro un muretto di mattoni, imbracciavano dei fucili. La classica arma usata negli agguati, preferita ad altre per precisione ed efficacia. Pochi colpi, tutti mortali, quelli che hanno raggiunto le vittime.Umberto, il più giovane, di soli 26 anni, è stato colpito alla testa. Dava le spalle al suo assassino e non ha avuto neppure il tempo di rendersi conto che stava per morire.

Aveva appena chiuso lo sportello del “Fiorino” quando un proiettile gli ha trapassato il cranio. Un solo colpo, sembrerebbe, esploso da brevissima distanza. Forse a bruciapelo vista la mancanza di segni e fori di proiettili sulla vettura. Che mostrava gli sportelli e i vetri intatti. Sia dalla parte del guidatore che del passeggero.

Ecco perché fino a ieri, prima dell'esito dell'autopsia, la dinamica del delitto non appariva del tutto chiara. Tanto che si era ipotizzata la possibilità della presenza di una pistola tra le armi usate dai killer nell'agguato messo a segno all'alba di domenica.

Fucili, sentenzia invece il medico legale, e per entrambe le vittime: una morta sul colpo, Umberto, l’altra, Bruno, colpito al torace al capo, trovato ancora agonizzante da un amico, un pastore col quale i Nieddu avevano un appuntamento. È stato lui a dare l'allarme al 113 che poi ha allertato un'ambulanza del 118 anche se invano.

Ora gli agenti del commissariato di Ottana e i colleghi della squadra mobile di Nuoro, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Oristano Rossella Spano, titolare dell'inchiesta, sono al lavoro per cercare il movente del duplice delitto.

Hanno scavato da subito tra le trame della sanguinosa faida che alla fine degli anni ’90 ha colpito duramente il piccolo centro del Marghine. Quando ancora Umberto aveva dieci anni ma per la quale il padre era stato testimone al processo. Collegamento questo scartato a priori dai cittadini di Noragugume che pensano invece, sia meglio indagare su altro. Gli inquirenti che stanno battendo ogni pista mantengono il più assoluto riserbo.

Dalle ore immediatamente successive all'omicidio hanno sentito decine di persone vicine agli uccisi. Cercano collegamenti nel mondo delle campagne, nelle sue dinamiche a volte comprensibili solo a chi le vive quotidianamente.

Le vittime di domenica, pastori considerati benestanti, che dopo anni di sacrifici erano riusciti a realizzare un'azienda con 300 capi di bestiame proprio tra qualche giorno, entro febbraio, avrebbero dovuto lasciare il terreno di Pira Birde, preso in affitto da Salvatore Marongiu. Non è escluso che padre e figlio avessero quindi adocchiato un terreno appetibile ad altri e che volessero acquistarlo ostacolando così le mire di altri possibili acquirenti. Ma non è neppure da scartare l'ipotesi che i due, involontariamente, siano stati testimoni scomodi di qualche episodio verificatosi in campagna spesso crocevia di armi e loschi affari. Intanto Noragugume si prepara a sentire ancora una volta il suono delle sue campane a morto. Non è ancora certo che i funerali si svolgano oggi. Nessuno in paese, fino a ieri sera, sapeva nulla anche perché di quei Nieddu adesso non resta più nessuno.

(ha collaborato Tore Cossu)

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