La Nuova Sardegna

Padre e figlio uccisi a Noragugume, una strage organizzata nei minimi particolari

di Kety Sanna
Padre e figlio uccisi a Noragugume, una strage organizzata nei minimi particolari

I killer hanno agito all’alba e non hanno lasciato nessuna traccia. Gli investigatori non escludono che il delitto possa essere legato alla faida

21 gennaio 2014
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INVIATA A NORAGUGUME. Al commissariato di polizia di Ottana anche ieri è continuata la lunga processione di parenti e amici di Bruno e Umberto Nieddu, i due allevatori – padre e figlio di 74 e 26 anni – uccisi a fucilate all’alba di domenica subito dopo il loro arrivo nell’azienda agricola, a un tiro di schioppo dal paese.

Gli investigatori che dalla mattina di due giorni fa hanno fatto scattare le indagini nel tentativo di trovare un movente e soprattutto dare un volto ai killer di Pira Birde, stanno sentendo tutti per capire se padre e figlio avessero di recente avuto problemi con qualcuno.

L’ombra della faida che per anni ha insanguinato Noragugume, dividendolo in due fazioni e scatenando una guerra fratricida, continua a fare da sottofondo a questa duplice tragedia. Ma sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti ci sono altre ipotesi che potrebbero avvalorare la tesi che alla base dell’offesa che ha suscitato la reazione omicida ci siano conflitti tra vittime e carnefici che si svolgono in un contesto agropastorale. Fattori scatenanti legati al mondo delle greggi, all’abigeato, allo sgarrettamento e alla sparizione di beni materiali quali pascoli e animali, forse anche oltre confine e che potrebbero aver visto protagonisti, non si sa in quale veste, i due uomini uccisi.

Oggi a Oristano il medico legale eseguirà l’esame autoptico sui corpi dei due allevatori, per cercare di stabilire l'ora esatta della morte, la tipologia di munizionamento utilizzato e le modalità di esecuzione del feroce agguato.

Un piano delittuoso studiato nei dettagli quello messo in atto domenica. E anche la scelta del giorno non sarebbe stata casuale. Meglio, infatti, per i sicari agire quando le campagne, dalle prime ore del mattino, si popolano di cacciatori pronti ad iniziare le battute. Quale modo migliore per fuggire armati, passando inosservati? I killer avrebbero lasciato il luogo del delitto “pulito”, aiutati anche dalla pioggia che ha cancellato quasi tutte le tracce.

Ma pare che nel corso di un più accurato sopralluogo siano stati trovati alcuni bossoli di calibro 12. Gli agenti del commissariato di Ottana, coordinati dal dirigente Francesco Romano, e i colleghi della squadra mobile di Nuoro (dal vice questore Fabrizio Mustaro) stanno portando avanti le indagini nel più assoluto riserbo. Nessuna conferma né smentita arriva da parte loro. L'unica certezza è che i killer di Bruno e Umberto Nieddu hanno atteso l'arrivo degli allevatori nascosti dietro un muro di pietre e mattoni e solo quando i due sono scesi dal “Fiorino” hanno fatto fuoco da distanza ravvicinata.

Non potevano e, soprattutto, non dovevano mancarli. Un'agguato messo in atto con grande precisione. I Nieddu sono stati presi alle spalle in modo tale che non potessero scappare. Pare che gli assassini abbiano esploso pochi colpi che però sono andati tutti a segno. Colpi sparati da fucili caricati a pallettoni che non hanno lasciato scampo alle due vittime: Umberto è morto sul colpo mentre il padre all'arrivo dei soccorsi respirava ancora. Ma è deceduto pochi attimi dopo.

Un duplice omicidio che potrebbe essere stato preceduto da una “fase di avvertimento” nella quale si potrebbe inquadrare l'attentato dinamitardo del 2007, davanti alla porta di casa dei Nieddu. E se la bomba e le fucilate mortali non avrebbero, stando a ciò che dice il paese, alcun legame con la vecchia faida, a cosa si dovrebbero attribuire? Gli inquirenti continuano a scavare nel passato e nel presente delle vittime che, apparentemente, svolgevano una vita tranquilla e riservata.

Una quotidianità scandita dai ritmi del mondo della campagna dove padre e figlio hanno trovato la morte.

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