La Nuova Sardegna

processo per bancarotta, tra gli imputati cappellacci

«La Sept aveva i conti in ordine»

 «La Sept aveva i conti in ordine»

Il consulente della difesa parla a favore dell’ex sindaco di Carloforte

21 gennaio 2014
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CAGLIARI. Lo stop imposto ai lavori per la realizzazione del piano immobiliare Coimpresa sul colle di Tuvixeddu è stato un duro colpo per la Sept, l’azienda produttrice di vernici fallita nel 2010 con gli amministratori, tra cui l’ex sindaco di Carloforte Marco Simeone e il governatore Ugo Cappellacci, finiti in tribunale con l’accusa di bancarotta. La circostanza è emersa ieri mattina all’udienza davanti ai giudici del tribunale, presidente Massimo Poddighe, quando il consulente della difesa Giancarlo Dessì ha esaminato nel dettaglio la posizione dell’azienda di Simeone nella fase finale della sua parabola finanziaria: nel 2005 Sept aveva in mano una commessa da 280 mila euro per lavori da eseguire a Tuvixeddu, ma saltarono quando le sentenze dei tribunali amministrativi fermarono il progetto immobiliare. Incalzato dalle domande dell’avvocato Massimiliano Ravenna, che difende Stefano Fercia e Maddalena Comparetti, il consulente ha provato a smontare pezzo per pezzo il contenuto della consulenza firmata da Giuseppe Aste per il pm Giangiacomo Pilia, dove la situazione della Sept e le posizioni degli amministratori appaiono gravi. Se per l’accusa l’azienda di Simeone non teneva una contabilità del magazzino per Dessì è vero il contrario: «Era stato acquistato un software complesso del valore di cinquantamila euro - ha spiegato il consulente al tribunale - il che dimostra che tutto veniva registrato. D’altronde per un’azienda di quelle dimensioni sarebbe stato impossibile il contrario». C’erano anche i lavori, per Dessì tutt’altro che fittizi. Solo che alcuni - come per Tuvixeddu e per Alcoa - vennero meno e nella contabilità risulta tutto. Rispondendo alle domande dell’avvocato Ravenna il consulente ha fatto riferimento a documenti inediti e ha spiegato che Sept aveva ricevuto la certificazione di qualità Iso 9001: «Vi sembra possibile - ha chiesto Dessì - che una certificazione così seria possa essere accreditata a un’azienda priva di una contabilità regolare?». Il pm Pilia, che in aula era affiancato dal consulente d’ufficio, ha chiesto che i documenti indicati da Dessì vengano messi a disposizione delle parti per un possibile controesame.

Il dibattimento andrà avanti il 14 aprile con l’esame di altri testimoni. Imputati con Simeone e Cappellacci sono l’avvocato Dionigi Scano, Riccardo Pissard, Carlo Damele, Stefano Fercia, Marcello Paolo Angius, Maddalena Comparetti, Marco Isola, Oscar Gibellini, Antonello Melis ed Elisabetta Morelli, entrati nel processo per bancarotta con ruoli e posizioni differenziate. Molto complesso il quadro accusatorio, che comprende quasi tredici anni di attività della Sept e di una miriade di società collegate. Per lo più la curatela fallimentare e i consulenti della Procura hanno accertato distrazioni di somme e beni, con intrecci fra una società e l'altra, fatturazioni per operazioni dubbie, rimborsi e spese rendicontati in modo avventuroso o poco chiaro. (m.l)

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