La Nuova Sardegna

Archeologia

Li Punti, al via il trasloco dei Giganti di Mont’e Prama

SASSARI. È iniziata ieri mattina nel centro di restauro di Li Punti la fase di preparazione per il trasloco delle statue di Mont'e Prama, i giganti della memoria nuragica destinate ai musei di...

15 gennaio 2014
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SASSARI. È iniziata ieri mattina nel centro di restauro di Li Punti la fase di preparazione per il trasloco delle statue di Mont'e Prama, i giganti della memoria nuragica destinate ai musei di Cagliari e Cabras. Sotto la supervisione del soprintendente Marco Minoja, gli esperti preparano un trasferimento che durerà circa due mesi. Le enormi statue di pietra arenaria, alte dai 2 ai 2,5 metri, verranno smontate con tutte le cautele, imballate e poi lasceranno Sassari per sempre.

«La prima uscita pubblica – spiega Minoja – sarà a Cagliari a metà marzo, quando verrà inaugurata la mostra delle statue di Mont'e Prama al museo archeologico nazionale della cittadella nell'ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita di Giovanni Lilliu, archeologo e accademico dei Lincei». In questa mostra si racconteranno i 40 anni dalla scoperta a oggi. «A Cabras, invece, al museo civico attuale – prosegue il soprintendente – andranno per il momento dieci statue». Finito l'evento nazionale legato a Lilliu e costruita la nuova ala del museo di Cabras, tutti i giganti andranno nel luogo d'origine. «Tranne quattro – precisa Minoja – che resteranno a Cagliari per documentare un momento storico e archeologico fondamentale per l'isola nel museo nazionale della cittadella di piazza Arsenale».

A Li Punti resterà gran parte della documentazione del restauro. Per quanto riguarda le polemiche sollevate da chi era contrario alla separazione dei guerrieri, il soprintendente ribadisce la bontà del progetto approvato con un protocollo d'intesa nel dicembre 2011 tra Regione, Direzione regionale per i Beni culturali della Sardegna e il Comune di Cabras col quale è stata sancita la costituzione del sistema museale di Monte Prama. «Questo progetto – sottolinea Minoja – si articola su una realtà più ampia che va a creare un sistema coordinato e collaborativo. Non si vuole smembrare niente, ma al contrario si tende ad esaltare le potenzialità del contesto cabrarese in un sistema plurale, frutto però di una progettazione strettamente unitaria».

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