La Nuova Sardegna

L’omicidio resta senza un movente

di Gian Carlo Bulla
L’omicidio resta senza un movente

Villasimius, interrogatori a raffica per far luce sull’agguato al pensionato 65enne

13 gennaio 2014
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VILLASIMIUS. Non ha ancora un nome l’assassino di Salvatore Zanda, il pensionato di 65 anni di Villasimius ucciso sabato mattina da una fucilata a pallettoni alla schiena, esplosa da una distanza di 5/8 metri mentre si accingeva ad aprire il cancello del suo tancato nelle campagne del paese.

Le indagini serrate condotte dai carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari e della compagnia di San Vito finora non hanno avuto alcun esito. I militari guidati dai tenente colonnello Alfredo Saviano e dai capitani Michele Cappa e Federico Lojacono anche ieri hanno fatto un accurato sopralluogo sul luogo del delitto. Hanno inoltre perquisito alcune case ed ovili alla ricerca del fucile utilizzato per compiere l’omicidio, sottoposto altre tre persone alla prova dello stub e interrogato i parenti della vittima e diverse persone che conoscevano Salvatore Zanda, con l’intento di acquisire elementi utili per scoprire il movente.

Di sicuro l’assassino conosceva le abitudini del pensionato che ogni mattina poco dopo le 8 andava nel suo tancato per accudire i suoi dieci cavalli e lo ha aspettato nascosto dietro un macchione di lentisco. A premere il grilletto potrebbe essere stato qualcuno che aveva qualche conto in sospeso con il pensionato. Ma non si escludono altre ipotesi. L’assassinio potrebbe essere legato al mondo agro-pastorale.

Pare che il pensionato a causa delle scarse disponibilità economiche (viveva di una pensione minima) non potendo provvedere al sostentamento dei cavalli avesse l’abitudine di farli uscire dal recinto.

Le bestie sconfinando potrebbero aver danneggiato qualche terreno. Meno credibile è invece l’ipotesi , fatta in un primo tempo, che a uccidere il pensionato sia stato un ladro che l’uomo ha sorpreso mentre cercava di rubargli i cavalli.

Salvatore Zanda aveva svolto le mansioni di guardiano notturno sino al raggiungimento dell’età pensionabile in uno stabilimento balneare di Porto Giunco. Due anni fa fu gravemente ferito da una zoccolata infertagli al capo da uno dei suoi cavalli. L’uomo, che tutti in paese dicono fosse riservato e taciturno, aveva evidenti sul volto le cicatrici di questo incidente che per poco non gli costò la vita. La perizia necroscopica sarà eseguita domani mattina nell’istituto di medicina legale del policlinico di Monserrato dall’anatomopatologo Francesco Paribello, nominato dal pm Danilo Tronci.

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