La Nuova Sardegna

Un chemioterapico dall’alga killer, l’intuizione di due ricercatori maddalenini

di Andrea Nieddu
Un chemioterapico dall’alga killer, l’intuizione di due ricercatori maddalenini

La scoperta: la Caulerpa racemosa ha grandi potenzialità e potrebbe servire nella lotta ai tumori

12 gennaio 2014
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LA MADDALENA. In un’alga-killer si nasconde una speranza di vita. La Caulerpa racemosa, arrivata dai mari tropicali e avversaria della Posidonia, l’alga buona del Mediterraneo, potrebbe avere preziose qualità antitumorali. Lo sostengono due ricercatori maddalenini, il biologo marino Yuri Donno e il chimico Luigi Ornano. I due esperti sono arrivati a questa conclusione dopo uno studio cominciato 14 anni fa e avviato in collaborazione con la Queen Mary University di Londra. La ricerca era nata come studio di alcune varietà di organismi vegetali. L’obiettivo era avere una visione preliminare, di insieme, della biodiversità e dell'impatto storico etnografico. «Nello specifico – spiega Donno – studiavamo l'alga invasiva Caulerpa racemosa e altre specie vegetali. Cercavamo di capire i diversi metodi di eradicazione, per comprendere la tendenza all'invasività di questa specie, antagonista della Posidonia oceanica. Per un periodo questa ricerca è stata accantonata. Successivamente, in seguito a una serie di intuizioni, abbiamo deciso di riprenderla e ampliare lo studio con un'indagine e un contributo fitochimico. Abbiamo cioè inserito l’analisi dei processi chimici che regolano la vita della Caulerpa, testando la potenziale efficacia antitumorale di questa specie, sia in vitro, sia in vivo. L’integrazione fitochimica della ricerca è nata da importanti dati, i quali sostengono che sia concreta la possibilità di estrarre dalla Caulerpa dei chemioterapici naturali con funzione antitumorale». Donno e Ornano sono molto orgogliosi della loro ricerca. Anche se sanno di essere solo all’inizio. «Durante la prima fase del protocollo fitochimico abbiamo messo a punto un metodo di raccolta, conservazione e controllo dei metabolici secondari – prosegue Donno –. In questo modo abbiamo ottenuto un profilo della composizione molecolare degli organismi vegetali. L'obiettivo del lavoro è iniziare a riconoscere le potenzialità di queste specie e sulla base dei dati acquisiti sviluppare l'interdipendenza della biologia vegetale degli organismi oggetto di studio nei fondali marini. Non si tratta di una ricerca semplice. Lo studio sta andando avanti, ha richiesto e richiede tempi e costi notevoli, necessita di sforzi economici non indifferenti, ma potrà dare una possibilità e un grosso contributo alla medicina».

Gli studi condotti fino ad ora sono stati sviluppati e portati avanti dal libero lavoro dei due ricercatori. A supportare le loro ricerche il consorzio Cosmese di Roma e Cagliari e la società svizzera FarmaChimica.

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