La Nuova Sardegna

le inchieste giudiziarie

Ora la Procura stringe i tempi

In arrivo importanti novità per tutti e tre i filoni d’indagine

12 gennaio 2014
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TEMPIO. La procura della Repubblica di Tempio ha fretta: le inchieste sull’alluvione corrono veloce e il capitolo che riguarda la voragine aperta sulla strada di Monte Pinu, costata la vita a tre persone, sarà il primo ad arrivare al dunque. Già nelle prossime ore il sostituto procuratore Riccardo Rossi formalizzerà l’iscrizione nel registro degli indagati di progettisti, costruttori, collaudatori, tecnici e addetti alla manutenzione della strada. Sudano freddo i funzionari delle due Province competenti, quella di Sassari e quella di Olbia Tempio.

Nell’attesa di nuovi sviluppi, intanto la provinciale 38 di Monte Pinu resta sotto sequestro perché, come ha riferito lo stesso magistrato, non ci sono ancora (o forse non ci sono mai state) le condizioni di sicurezza indispensabili per poter riaprire la strada al traffico. Con ogni probabilità, infatti, un tratto della temibile provinciale 38 non sarà riaperto mai più, a conferma del fatto che la strada probabilmente in quel punto e in quel modo non doveva essere neppure costruita. Un’ipotesi confermata anche dallo stesso tortuoso iter burocratico del collaudo.

Nei prossimi giorni si attende la ripresa delle attività anche sugli altri filoni d’indagine post alluvione. A cominciare da quella riguardante la cementificazione selvaggia a Olbia (con tanto di canali e ponti tombati per far posto a nuove strade e quartieri della città cresciuta in modo esplosivo). Per concludere con il filone relativo alla tragica fine di una intera famiglia ad Arzachena, rimasta prigioniera in un garage trasformato in alloggio abitabile.(red.ol.)

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