La Nuova Sardegna

Una tonnellata di metallo vale 8mila euro

Una tonnellata di metallo vale 8mila euro

Gli specialisti dei furti prima erano nomadi e romeni, ora invece sono italiani rimasti senza lavoro

11 gennaio 2014
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PORTO TORRES. In principio erano nomadi e romeni. Le statistiche indicano che erano loro gli specialisti del rame. Tanto che - come spesso capita - girava una specie di leggenda metropolitana: ogni volta che spariva il rame sotto forma di pluviali dei centri storici, pomelli delle porte e delle ringhiere, cavi delle linee ferroviarie, croci di cimiteri e chiese, si diceva che dietro c’erano loro.

Invece negli ultimi anni c’è stato il cambiamento radicale, una variazione che ha capovolto la scala. Le radici del furto e del contrabbando di rame portano a gente locale. Disoccupati, giovani e uomini grandi senza lavoro, pensionati disperati e impauriti da una crisi che sembra togliere persino il respiro. Eccoli i nuovi ladri, dilettanti spesso usati che alimentano la richiesta insaziabile di rame del mercato. Un chilo di “oro rosso” può arrivare a costare fino a 10 euro e, comunque, difficilmente scende sotto i 7. Il più ricercato - come purezza - è il rame delle linee ferroviarie che, quindi, è anche il più rubato. Spesso è accaduto lungo i binari a Sassari e a Ottava, intere linee sfilate e traffico ferroviario bloccato.

Chi ruba rame agisce quasi sempre di notte o poco prima dell’alba. Grosse tenaglie, uno zaino, prelievi costanti per mettere insieme 200 o 300 euro. E quando ci si organizza meglio, si possono raccogliere rotoli da centinaia di chili e caricarli sulle auto o camioncini. Ma quello è uno stadio più avanzato, che richiede capacità imprenditoriali e contatti importanti con chi ritira il rame, paga e rilascia una ricevuta che, in pratica, non vale niente. Una tonnellata di rame può costare oggi anche 8mila euro, è il metallo più utilizzato in edilizia, nei trasporti e nell’elettrotecnica, in generale nell’industria. Dopo l’argento è il miglior conduttore elettrico, e poi resiste alla corrosione e può essere riciclato al 100 per cento senza perdere le sue capacità. Questo spiega perché è così ricercato ed è molto ambito sul mercato clandestino, dove si candidano in tanti per incrementare la manovalanza che raccoglie, ruba e vende. Non è un caso se la criminalità organizzata ci ha messo gli occhi addosso da tempo e il mercato è ormai in larga parte controllato dalla mafia. Carichi notevoli prendono la via dei paesi dell’Est Europa, ma si arriva anche in Cina e in India. Il miraggio dell’ “oro rosso” è un richiamo forte per chi non ha lavoro e qualche disavventura di troppo alle spalle. Non ci sono giustificazioni per nessuno, spesso chi porta il rame rubato trova validi complici che comprano in contanti e, a loro volta, rivendono il metallo sul mercato nero internazionale. (g.b.)

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