La Nuova Sardegna

L’indebitamento netto è in crescita, persa una notevole quantità di crediti

L’indebitamento netto è in crescita, persa una notevole quantità di crediti

Il disastro finanziario che trascina Abbanoa verso il dissesto, denunciato ormai ad ogni livello, emerge con chiarezza dall’esame condotto dall’advisor Deloitte sui bilanci della società che gestisce...

10 gennaio 2014
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Il disastro finanziario che trascina Abbanoa verso il dissesto, denunciato ormai ad ogni livello, emerge con chiarezza dall’esame condotto dall’advisor Deloitte sui bilanci della società che gestisce il servizio idrico integrato in Sardegna. Se al 31 dicembre del 2005 l’indebitamento finanziario netto era di 6 milioni e 878 mila euro, la progressione negli anni seguenti è impressionante: si passa a 88 milioni già nel 2006, poi 194 milioni nel 2007 per arrivare a 322 milioni alla fine del 2008. I tentativi di riorganizzazione messi in atto dei vertici della società non bastano ad frenare conti che appaiono in caduta libera: alla fine del 2012 l’indebitamento sale a 329 mila euro e al 30 giugno 2013 matura la cifre record di 337 mila euro. L’indebitamento finanziario netto - spiega Deloitte nella prima parte della relazione consegnata all’Aato - comprende debiti verso banche inclusivi dei mutui passivi, i debiti verso altri finanziatori a breve termine e a lungo termine e i saldi dei conti correnti ordinari e dedicati agli investimenti. A fronte di un capitale che ora ammonta a 94 milioni 275 mila euro, Abbanoa deve fare i conti però con un complesso di debiti che ammonta alla stessa data del 30 giugno 2013 a 828 milioni 281 mila euro, con saldi previsti a dodici mesi di 395 milioni, oltre i dodici mesi 419 milioni e oltre cinque anni 13 milioni e mezzo.

Nella nota integrativa al bilancio al 30 giugno 2013 - la stessa cui ha fatto riferimento Deloitte - Abbanoa dichiara crediti per 619 milioni, ma si tratta di un aspetto tutto da chiarire: buona parte di questi infatti sarebbe inesigibile (soldi ormai persi) per ragioni diverse. Alla fine non resterebbero più di 400 milioni da richiedere agli utenti del servizio, cittadini ma soprattutto enti pubblici, ospedali, caserme, carceri, aziende sanitarie, persino comuni e province, insolventi spesso da anni e anni, coinvolti in contenziosi legali inestricabili e di difficile soluzione.

La Regione ha recentemente capitalizzato la società con 148 milioni di euro da versare in quattro tranches, ma per avere un’idea di quanto la somma possa incidere sui conti di Abbanoa basti pensare che soltanto gli stipendi dei 1434 dipendenti (al 31 dicembre 2012) comportano uscite di quasi 58 milioni all’anno. Sulla base di questo stato finanziario la Procura della Repubblica potrebbe chiedere al tribunale il fallimento della società. (m.l)

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