La Nuova Sardegna

Prestiti in calo, c’è una questione sarda

di Alfredo Franchini
Prestiti in calo, c’è una questione sarda

Imprese e famiglie nella crisi, meno finanziamenti ma migliorano i tassi di interesse. Il ruolo della Regione

08 gennaio 2014
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CAGLIARI. Nel sistema del credito si sta riformando la “foresta pietrificata”. Nulla a che vedere con la rete di banche che per mezzo secolo aveva vissuto sotto la protezione di governi e Banca d’Italia ma sempre un apparato congelato. Lo dimostra l’indagine sulla domanda e offerta di credito, realizzata dalla Banca d’Italia, e divulgata da pochi giorni.

L’indagine è aggiornata alla prima metà del 2013 e i dati rivelano che «la domanda di finanziamenti da parte delle imprese è debole» e la crisi del mercato immobiliare e quella dei consumi «hanno limitato le richieste di prestiti da parte delle famiglie».

Il sistema bancario si trova alle prese con l’onda lunga della recessione e le previsioni sono cupe: gli strascichi del blocco del credito potrebbero protrarsi ancora per uno o due anni. Sono elementi che - a giudizio di alcune organizzazioni del mondo delle piccole imprese e degli artigiani - chiameranno la politica sarda ad avere un ruolo importante in materia di credito, (anche se la Regione ha perso di fatto le competenze che lo Statuto le aveva assegnato originariamente).

Rilanciare la «questione sarda» nel credito - a giudizio di Francesco Porcu, segretario della Cna, «non è un’impresa né disperata, né retrò». E’ un’esigenza.

L’indagine della Banca d’Italia, riproduce in larga parte i contenuti dell’analogo Report dell’Eurosistema: «Al calo delle richieste di fondi da destinare agli investimenti produttivi che continua a caratterizzare tutte le aree del Paese», si legge nel Report di Bankitalia, «si è associata la stagnazione della domanda di prestiti per le esigenze di copertura del capitale circolante».

Il livello degli impieghi nel Sud ha subìto un nuovo rallentamento attestandosi a 290 miliardi di euro. Le banche maggiori hanno registrato un calo della domanda di prestiti meno intenso rispetto agli intermediari di minori dimensioni.

Le famiglie, nella morsa della crisi, hanno limitato la richiesta di prestiti per l’acquisto di case e beni durevoli. Nel Report di Bankitalia si fa cenno alle «tensioni dal lato dell’offerta che si sono manifestate attraverso gli spread praticati sui tassi d’interesse».

I dati sui tassi sono meno recenti e attribuiscono alla Sardegna tassi attivi (per le banche) del 5,93 e tassi passivi (per il cliente) pari allo 0,58. Il tasso sulle operazioni a breve termine in Italia è del 6,1%; al Sud il tasso attivo si mantiene superiore alla media italiana attestandosi al 7,6%. Quello della Sardegna è il valore più basso e dimostra che il problema del credito non è più il «rischio Sardegna» ma è legato ad altri fattori.

Anche i tassi passivi sono cresciuti e se al Sud continuano a essere inferiori a quelli registrati in altre aree, il tasso più alto si riscontra proprio in Sardegna, ( 0,58%). L’isola sulla carta presenta le condizioni più vantaggiose per gli operatori economici sia per il risparmio sia per l’indebitamento. Ma questo sulla carta perché le imprese denunciano un sostanziale blocco del credito.

Secondo Confindustria e la società Srm 38 imprese sarde su 100 hanno percepito un peggioramento nelle condizioni di accesso al credito. L’indagine rianima il tema del credito: il Sud e la Sardegna hanno visto negli ultimi anni le grandi banche inglobate nelle corporation finanziarie del Centro Nord e questo ha limitato l’uso dei principali strumenti dell’economia reale.

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