La Nuova Sardegna

Mont’e Prama, l’esercito dei Giganti di pietra viene smembrato tra le polemiche

di Marcello Madau
Mont’e Prama, l’esercito dei Giganti di pietra viene smembrato tra le polemiche

Inutili gli appelli degli esperti. Le statue lasceranno il Centro restauro di Li Punti per andare una parte a Cabras e l’altra a Cagliari - FOTO

03 gennaio 2014
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E' l'ultimo Natale che i giganti di Monti Prama, le statue della memoria nuragica, hanno passato assieme. A gennaio partiranno dal centro di Restauro di Li Punti, che le ha ricomposte da migliaia di frammenti. A marzo una ventina di statue verranno esposte in una mostra in onore di Giovanni Lilliu. Subito dopo sei di esse, assieme a quattro modelli di nuraghe, saranno visibili in una sala del Museo di Cabras.

La divisione sta per concretizzarsi. L'idea del Soprintendente Minoja, maturata ai tempi di Bondi e Resca, procede: un esecutivo da portare a termine. Si è provato a suggerire che le copie finissero al Museo di Cagliari, ciò che forse non avrebbe invalidato la forma.

La sconfitta. Lo Stato centrale ha fatto la sua parte. Ma la sconfitta è del territorio e dell'ipotesi che non ci sarebbe stata divisione, ribadita sino al 2010 dall'assessore Milia; del Sinis, che ha accettato un mediazione (alla fine di questo processo, ma la data non è certa, le tre statue più rappresentative e un modello di nuraghe andranno al Museo di Cagliari, le altre a Cabras) che può avere qualche valore politico, ma è culturalmente sbagliata.

L'appello promosso da chi scrive con Carlo Tronchetti, Fabio Isman, Mario Torelli, Giulio Angioni, Paolo Bernardini, Alberto Moravetti, Marco Milanese, Giuseppina Manca di Mores, Emanuela Atzeni, Franco G. R. Campus, Alberto Gavini, Valentina Porcheddu, Luca Sanna, Laura Soro, è stato firmato da migliaia di persone tra le quali nomi del mondo archeologico come Sandro Filippo Bondì, Eugenia Equini, Mario Liverani, Attilio Mastino, Elena Pierro, Giuseppe Pucci, Maria Josè Strazzulla, Maurizio Tosi, Peter Van Dommelen, Cinzia Vismara. Da questo punto resta in apparenza inascoltato, ma ha segnato, e segna - perché non si chiuderà - una traccia verso un obiettivo.

Oggi le statue possono stare a Cabras solo in piccolo numero. Non si coglie più il senso di un'azione che poteva costruire un'ottima base di partenza: il bel progetto vincitore del concorso sul 'Polo museale di Cabras' realizzato dai giovani professionisti di Alghero e Sassari Renata Fiamma, Walter Dejana, Simone Lumbau, con la collaborazione di Maria Grazia Satta. In questo modello non ci sono ostacoli, come mi hanno confermato i progettisti, per ospitare tutto il complesso scultoreo.

Le critiche. Le critiche sono note, e le riassumo: un contesto coerente non si divide su musei diversi (le difficoltà per l'interpretazione di tale coerenza non ne diminuiscono la natura di contesto) senza ostacolarne fruizione e lettura. E' un concetto basilare della recente modernità in archeologia e in museologia. Vi si è arrivati - evidentemente non in modo compiuto - superando vecchie concezioni antiquarie che formavano l'apparato ideologico della pur valida legge 1089 del 1939, con un patrimonio di battaglie e alte riflessioni lungo la seconda metà del Novecento.

L'inseparabilità. L’inseparabilità, più che un principio, è la condizione migliore per lettura, interpretazione e godimento. Una separazione non diventa unità solo perché il "sistema Mont'e Prama", composto da un museo statale, uno civico e un Centro di restauro, viene definito 'unico sistema museale'.

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