I precedenti: così esplode la rabbia covata per anni
SASSARI. Figli che uccidono i padri, ma anche il contrario: nel 2013, per esempio, si sono verificati entrambi i casi. Il 9 ottobre Roberto Meloni, 48 anni, falegname a Pirri, ha ammazzato con due...
03 gennaio 2014
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SASSARI. Figli che uccidono i padri, ma anche il contrario: nel 2013, per esempio, si sono verificati entrambi i casi.
Il 9 ottobre Roberto Meloni, 48 anni, falegname a Pirri, ha ammazzato con due colpi di pistola il padre Ercole, 72 anni, gestore di una ricevitoria per scommesse a Cagliari, «punito» per l’indifferenza che avrebbe sempre mostrato nei confronti del figlio (era da tempo separato dalla madre).
Il 25 agosto a Escolca, invece, è stato il genitore a uccidere: Ezio Murtas, pensionato ottantenne, esasperato dal rapporto conflittuale con il figlio Matteo, 40 anni, tossicomane, lo ha centrato al petto con due fucilate a pallettoni, poi ha chiamato i carabinieri e si è consegnato.
Non un’arma da fuoco, ma un sostegno metallico per ponteggi fu lo strumento usato da Pierpaolo Pinna, 43 anni, ex istruttore di nuoto, per uccidere il padre Pinuccio, 77 anni, il 7 marzo 2010 in un garage alla periferia nord di Oristano. L’assassino è stato in seguito dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere.
«Ho ammazzato mio padre, ma non so perché»: Giovanni Tolu, diciottenne nuorese ritiratosi dalla scuola a causa di disturbi mentali, disse così all’operatore del 113 dopo aver massacrato a colpi di martello il genitore Stefano, 65 anni. Era il 21 giugno 2006. Il giovane si lamentava spesso perché il padre, temendo per la sua incolumità, non lo lasciava uscire da solo. Pochi minuti prima del delitto, i due erano andati insieme a comprare il giornale.
Il primo luglio 2004, a Cagliari, Gesuino Contu, 47 anni, disoccupato, uccise il padre Efisio, 80 anni, pensionato, colpendolo in testa con una chiave inglese. Motivo: il rifiuto di concedere al figlio l’ennesimo prestio.
