La Nuova Sardegna

Cinema sardo, è rivolta contro i tagli

di Walter Porcedda
Cinema sardo, è rivolta contro i tagli

La rete di Moviementu manda una lettera al Governatore Cappellacci e programma nelle sale due spot al vetriolo

03 gennaio 2014
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CAGLIARI. Rose, margherite e cielo dai colori sgargianti, colonna sonora da cartoon disneyano e poi di botto stop. Il film manco iniziato è già finito. E’ uno degli spot da oggi in circolazione nei cinema dell’isola, prodotti da Moviementu, l’associazione che raccoglie registi e operatori, attrezzisti e tecnici del giovane cinema sardo per sensibilizzare il pubblico e protestare contro il taglio dei fondi destinati, in genere alla cultura, e specificatamante al cinema, un’industria sostenibile che produce emozioni – come si ricorda nello stesso spot. Ma pur sempre un’impresa con centinaia di addetti e un bel po’ di sale che funzionano con risultati eccellenti e in crescita.

Giovane cinema sì, ma già adulto, come ricorda l’altro breve filmato di Moviementu, un montaggio di volti di attori e attrici, tratti da tutti quei film che hanno fatto la storia della nostra settima arte in Sardegna. Pellicole che hanno raccolto il plauso e i riconoscimenti di festival importanti, in Italia e all’estero, come della critica più esigente. Sono opere che, spesso prodotte e costruite a prezzo di grandi sacrifici e rinunce, da una parte hanno visto crescere negli anni, oltre ai registi, tecnici di valore in tutti i settori chiave di questa professione. Dall’altra, è questa l’amara constatazione – come già avviene da tempo anche per il teatro e la musica – della continua e assoluta indifferenza del potere politico e di chi amministra le risorse pubbliche.

Con gli ultimi tagli messi a segno dalla giunta Cappellacci il settore rischia seriamente la fine per asfissia. Ecco quindi la decisione di scrivere una lettera aperta indirizzata proprio al governatore, che si appresta a correre per la stessa poltrona alle prossime elezioni regionali di febbraio.

Inzia ricordando che sono passati più di cinque mesi, da quando registi e tecnici furono ricevuti dall’assessore alla cultura Sergio Milia. In quella occasione la promessa di «dare risposta all’esigenza di adeguati finanziamenti per la legge cinema e la Film Commission».

Da quell’incontro molti giorni sono trascorsi ma dall’assessorato però non è giunta alcuna risposta. Stesso imbarazzante silenzio anche dal Cda della Film Commission. E’ evidente che «il Cinema in Sardegna esiste – così scrivono quelli di Moviementu – a dispetto del disinteresse della politica regionale che dà segni evidenti della sua presenza solamente per darsi lustro quando i nostri film vanno ai festival nazionali e internazionali». E giusto per contarli, la lettera rammenta infatti come da luglio, data dell’ultimo incontro con Milia, quattro film sardi siano stati presentati a Venezia, Roma e Torino, cioè le più titolate rassegne italiane.

Davanti a questa ricchezza di talenti »che poche regioni possono vantare» si attendeva un adeguato finanziamento (3 milioni e mezzo di euro all’anno con programmazione triennale) allo scopo di dare maggiore autonomia alla Film Commission e incentivare joint venture con altri soci pubblici e privati. Tutto finalizzato cioè a far crescere e rendere più robusto un settore che ad esempio in Puglia, ha prodotto risultati di tutto rispetto («sono 500 le famiglie che vivno tutto l’anno direttamente dal cinema» dice Moviementu). E in Sardegna? «Zero euro destinati nel bilancio di previsione per il triennio 2014-2016 e non solo per il cinema ma per l’intero comparto della cultura».

Per il cinema si tratta di «oltre 160 tra lavoratori e aziende dell’audiovisivo, dalle maestranze agli autori, registi, festival, produttori, associazioni ed esercenti. Da noi, grazie al nostro lavoro potrebbe trarre linfa vitale, attraverso un indotto praticamente infinito, tutto il territorio della Sardegna».

A Cappellacci chiedono infine non «favori ma che venga rispettato il diritto al lavoro e al sostegno che merita una filiera produttiva, moderna, pulita, virtuosa e che richiede interventi mirati e di entità non certo ingente per svilupparsi al pieno delle sue potenzialità». E si conclude così. «Meritiamo di più. Presidente ci dimostri di poter fare di più».

Oltre ai due spot Moviementu affiggerà nelle sale anche il Manifesto con tutti gli obbiettivi e le richieste dei cineasti.

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