La Nuova Sardegna

Bitti, caccia al ragazzo che ha ucciso il padre

di Paolo Merlini
Bitti, caccia al ragazzo che ha ucciso il padre

Il litigio davanti a casa, due colpi di pistola, poi la fuga su un Fiorino All’interno della famiglia Basile i rapporti si erano da tempo deteriorati

02 gennaio 2014
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INVIATO A BITTI. C’è una lunga storia di rapporti familiari degradati, sfociati anche in maltrattamenti e in un episodio di violenza sospetto, dietro il dramma che si è consumato nella tarda mattinata di ieri nelle case popolari alla periferia del paese. E un ragazzo di diciannove anni che ora vaga per le campagne di Bitti con una pistola in mano, sconvolto e spaventato, ricercato dalle forze dell’ordine. Si chiama Pietro Basile, fa il pastore, e alle 13.30 del primo giorno del 2014 ha esploso due colpi di pistola contro suo padre, uccidendolo. Poi è scappato alla guida di un vecchio pick-up, che dopo un po’ ha abbandonato per continuare a piedi una fuga verso il nulla.

Il padre, Franco Basile, non aveva ancora compiuto 41 anni. Dopo la sparatoria è stato trasportato all’ospedale San Francesco di Nuoro, ma è morto poco dopo il ricovero: un proiettile di rimbalzo, lo ha colpito di striscio, mentre l’altro colpo esploso dal ragazzo è penetrato nell’addome ed è fuoriuscito all’altezza del torace. Una ferita che in un primo tempo non sembrava mortale, tant’è che i primi soccorritori hanno portato Franco Basile alla guardia medica del paese e non in ospedale. Poi l’uomo è stato trasferito a Nuoro a bordo di un’ambulanza ed è morto poco dopo l’arrivo.

Accade tutto nella tarda mattinata, nella casa degli anziani genitori dell’uomo, in via Michele Sanna. Una casa che si sviluppa su due piani, in un piccolo condominio a schiera. Franco Basile abita lì da alcuni anni, dopo che si è separato dalla madre del ragazzo, Rosalia Barone. In casa, oltre al padre Antonio e la madre Pietrina, c’è anche una delle sue tre sorelle e la figlia, di tredici anni. La ragazzina vive con il fratello e la madre in un’altra abitazione, ma ha trascorso la notte dai nonni paterni perché Rosalia Barone in queste ore è all’ospedale Marino di Cagliari per le cure ortopediche cui si deve sottoporre periodicamente dopo un brutto infortunio avvenuto quattro anni fa: è precipitata da un balcone al secondo piano, riportando fratture che la costringono a usare tutori e una carrozzella per potersi spostare.

Franco Basile non ha un’occupazione stabile, sbarca il lunario in cantieri comunali (tra pochi giorni avrebbe dovuto riprendere a lavorare). Alle spalle ha alcuni precedenti, tra cui un processo per furto. E l’accusa per maltrattamenti in famiglia, accusa sostanzialmente concomitante con l’incidente domestico capitato alla moglie, del quale la donna, che sino a qualche anno fa faceva la fioraia, porta ancora in pieno le conseguenze. Che non furono letali perché, precipitando dal secondo piano della sua casa, la caduta fu in parte attutita dagli spessi fili per stendere dell’appartamento sottostante.

Franco Basile ha trascorso la notte di San Silvestro in casa, con i parenti e alcuni amici vicini di casa, gli stessi che lo soccorreranno dopo la sparatoria. Pietro invece ha festeggiato l’arrivo del nuovo anno nelle campagne di Goloneo, insieme con un gruppo di coetanei, nell’azienda zootecnica dove lavora da qualche anno, dopo aver abbandonato la scuola.

A questo punto non è chiaro, visto il riserbo sin troppo stretto degli inquirenti, se ieri mattina nella casa di via Michele Sanna fosse in programma un pranzo in famiglia, o una riunione conviviale di inizio anno. Né se Pietro fosse stato invitato, visti i rapporti sempre più tesi col padre. E infatti il luogo del delitto, il piccolo disimpegno all’ingresso dell’abitazione, fa supporre che il litigio tra i due sia scoppiato all’improvviso, forse appena il ragazzo si è presentato a casa dei nonni. Armato non di buone intenzioni, come si dice, ma di una pistola di piccolo calibro, forse una 7,65, almeno a giudicare dai due bossoli ritrovati dai carabinieri durante i rilevamenti.

È il primo dell’anno, in molte famiglie è il momento degli auguri e dell’affetto, a casa Basile invece esplode la violenza. Il giovane allevatore tira fuori la pistola e fa fuoco contro il padre, che stramazza al suolo. Pietro spara e, sconvolto, scappa con il vecchio Fiorino Fiat con il quale era arrivato. Lo stesso pick-up vicino al quale, il giorno di Natale del 2010, lo zio Ciriaco, fratello del padre, era stato ammazzato nelle campagne di Goloneo, in un agguato che per la legge non ha ancora responsabili. E proprio in quelle campagne ieri l’auto è stata ritrovata un paio d’ore dopo.

Del giovane (compirà vent’anni nel 2014) nessuna traccia. I carabinieri, coordinati dal tenente colonnello Simone Sorrentino, comandante del reparto operativo di Nuoro, non lo dicono, ma assieme alle ricerche in queste ore probabilmente stanno cercando, attraverso parenti e amici del ragazzo, di convincerlo a consegnarsi spontaneamente. Dopo i rilievi degli esperti del Ris, il sostituto procuratore della Repubblica di Nuoro Giorgio Bocciarelli ha cominciato i primi interrogatori per tentare di capire cosa sia accaduto, nel primo giorno di festa dell’anno, in una famiglia già segnata da tragedie.

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