La Nuova Sardegna

Soru: «La Barracciu si confronti con tutti»

di Silvia Sanna
Soru: «La Barracciu si confronti con tutti»

L’ex governatore sui malumori all’interno del centrosinistra: «Ho fiducia in Renzi»

11 dicembre 2013
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SASSARI. Ha ascoltato con attenzione la portavoce del Comitato nato a Cossoine contro il termodinamico. Subito dopo ha chiesto di intervenire per ribadire la sua posizione: «Io starò sempre dalla parte di chi difende la terra, l’aria, di chi si batte per la bonifica dei suoli». L’ex governatore Renato Soru al convegno-dibattito sul futuro urbanistico organizzato lunedì alla Nuova ha potuto parlare dell’argomento che forse gli sta più a cuore: la tutela del paesaggio, il rispetto verso l’ambiente. Ma non si è sottratto a domande su altri temi. A meno di 24 ore dalla proclamazione di Matteo Renzi segretario nazionale del Pd, Soru ha esultato per il risultato delle primarie. E il pensiero è corso subito alle Regionali alle porte, «dobbiamo vincere – dice Soru –, la Sardegna deve svoltare».

Francesca Barracciu è il candidato giusto?

«Ha vinto le primarie, è legittimata a candidarsi alla presidenza della Regione e un sospetto non basta a inficiare questa legittimazione. Tuttavia in politica la legittimazione deve essere riconquistata ogni giorno. Per questo dovrà essere brava a confrontarsi con tutti e a spiegare in maniera trasparente la situazione che la riguarda».

Non l’ha già fatto?

«Il dialogo è fondamentale. Confido molto nel nuovo segretario».

Renzi interverrà nelle vicende isolane?

«Si occuperà di questo tema, parlerà con Francesca Barracciu e il centrosinistra. Quel che conta è vincere. Il candidato non deve creare conflitti».

Lei li creava?

«Io ho fatto un passo indietro, ho scelto di non partecipare alle primarie quando ho capito che il mio nome dava fastidio a qualcuno. E dunque la mia presenza poteva rappresentare un ostacolo verso il raggiungimento dell’obiettivo comune, la vittoria».

Chi è il principale avversario da battere?

«È Ugo Cappellacci. E l’impoverimento senza futuro verso cui sta portando la Sardegna».

I grillini non fanno paura?

«Non sono nostri nemici, rappresentano i voti da riconquistare. Il Movimento 5 Stelle ottiene consensi facendo proprie le nostre stesse battaglie su molti temi su cui però, spesso, alcuni di noi non si sono mostrati del tutto convinti e conseguenti».

La gente è sempre più distante dalla politica, come si riconquista la fiducia degli elettori?

«La gente ci biasima, ci rimprovera ma non ci disprezza. Lo dimostrano i quasi tre milioni di votanti alle primarie. Gli elettori credono e sperano nella politica, riconoscono anche l'impegno di tanti di noi, ma pensano anche, e giustamente, che possiamo essere migliori».

È Renzi l’uomo della svolta?

«Rappresenta il rinnovamento, la necessità non più rinviabile del cambiamento».

In Sardegna la vittoria è stata meno netta che altrove

«Era prevedibile, nell’isola c’è la roccaforte di Civati e Cuperlo aveva dalla sua parte la segreteria regionale».

Ma il segretario Silvio Lai non ha preso posizione

«Vero, però non ha mai detto niente di diverso rispetto al passato».

In tanti, da sempre bersaniani, questa volta hanno sostenuto Renzi. Convenienza politica?

«Io voglio pensare che siano in buona fede: significa che si sono ricreduti, come me del resto. Sarebbe stato più grave se, dopo quanto è successo, si fossero ostinati a ostacolare un cambiamento vero».

C’è chi dice che Renzi assomigli a Berlusconi: perché secondo lei?

«Forse perché come lui sa stare in televisione. Ma rispetto a lui, per fortuna, dice cose diametralmente opposte».

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