La Nuova Sardegna

Corruzione e veleni in Costa Smeralda, indagati il direttore del consorzio e il comandante dei vigili

di Giampiero Cocco
Corruzione e veleni in Costa Smeralda, indagati il direttore del consorzio e il comandante dei vigili

L’accusa: il direttore otteneva notizie riservate sul presidente Persico dal capo della polizia municipale, anche lui inquisito. Perquisite case e uffici, sequestrata un valigetta

06 dicembre 2013
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PORTO CERVO. Una bufera giudiziaria si è abbattuta sul direttore generale del Consorzio Costa Smeralda, Salvo Manca, e sul comandante dei vigili urbani di Arzachena, Giovanni Mannoni. I due, finiti sul registro degli indagati in una delicatissima inchiesta aperta dal capo della procura della Repubblica Domenico Fiordalisi, sono accusati di concorso in corruzione e accesso illegale a documenti informatici protetti.

Il corvo e la talpa. Salvo Manca, al quale il magistrato inquirente ha fatto perquisire, mercoledì, tre appartamenti e due uffici e fatto sequestrare una valigetta 24 ore il cui contenuto è ritenuto «molto importante» dagli investigatori, avrebbe chiesto e ottenuto informazioni sensibili su fascicoli giudiziari aperti nella Procura di Tempio su Renzo Persico (il presidente del Consorzio Costa Smeralda) al comandante dei vigili di Arzachena Giovanni Mannoni. Il quale, come ex dirigente della aliquota di polizia giudiziaria dei vigili urbani, avrebbe ottenuto i dati sensibili violando il Re.Ge., il superprotetto registro generale dove i magistrati iscrivono le persone indagate. Una vera e propria bomba che ha scosso, ieri, il palazzo di giustizia di Tempio, dove la presunta “talpa” (da tempo non più in servizio negli uffici inquirenti) sarebbe stata scoperta dagli uomini del nucleo investigatori dei carabinieri di Sassari guidati dal tenente colonnello Antonio Fiorillo. L’ex uomo di fiducia di magistrati e investigatori avrebbe «indebitamente acquisito notizie coperte dal segreto istruttorio» per metterle a disposizione di Salvo Manca, il presunto “corvo” che da quattro anni sarebbe impegnato a combattere una sotterranea guerra interna ai vertici del Consorzio contro il suo ex referente principale, l’avvocato Renzo Persico.

Sovvenzione. Sullo sfondo di questa indagine, che rischia di far affondare i vertici della Costa Smeralda, ci sarebbe lo «stretto legame» tra il capo dei vigili urbani e il potente direttore generale del Consorzio (due ex sindacalisti), il quale avrebbe fatto pervenire al comando dei vigili una sovvenzione di 75 mila euro per l’assunzione stagionale di una decina di vigili urbani. Un contributo economico concesso (con tanto di delibere assembleari e di giunta comunale per accettazione) da una associazione privata ad un ente pubblico che, stando alle indagini, avrebbe avuto il solo scopo di rendere «sempre più contiguo» agli interessi del consorzio il comandante dei vigili. L’ufficiale era stato nominato a capo della polizia locale di Arzachena dopo una accesa battaglia giudiziaria della giunta per esautorare l’ex dirigente, estromesso per carenza di titolo. Due guerre intestine che vanno avanti di pari passo. Salvo Manca 4 anni fa venne messo in mora dal Consorzio Costa Smeralda per un affaire riguardante la locazione e successiva vendita di due appartamenti di servizio. Una operazione poco cristallina che coinvolse il direttore del Consozio Costa Smeralda, un procacciatore d’affari e una immobiliarista molto nota in Costa per la sua liason con il principe Karim Aga Khan. Una donna che sarebbe stata protetta dal presidente del consorzio Renzo Persico. L’inchiesta penale, archiviata, aveva lasciato il passo al contenzioso civile, che era costato al Consorzio la restituzione dei due immobili, sulla panoramica collina di Pantogia, oltre al pagamento di una forte somma per spese legali e di risarcimento danni. Un affronto che Renzo Persico non ha mai digerito, da qui (almeno ufficiosamente) la sotterranea guerra intrapresa tra il presidente del Consorzio e l’ex pupillo Salvo Manca.

Harrods. Ma questo non basta. L’attuale inchiesta segue quella avviata dalla Procura nei confronti di Mariano Pasqualone, manager della Costa, per abusi edilizi sul molo vecchio di Porto Cervo, dove venne scavata una trincea finalizzata, stando agli atti d’indagine, alla realizzazione della piattaforma da 2600 metri quadri ceduta in affitto ad Harrods, il megastore per grandi firme che ha illuminato le serate estive di Porto Cervo. Ieri l’altro Salvo Manca è stato raggiunto dal comandante dei carabinieri di Porto Cervo nel reparto ortopedico del Giovanni Paolo II, dove stava effettuando una visita specialistica. Il luogotenente Giulio Brandanu gli ha notificato l’avviso di garanzia e le ordinanze di perquisizione (che erano già in corso) nelle abitazioni di Olbia, Ozieri, Porto San Paolo e nei due uffici di Porto Cervo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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