La Nuova Sardegna

Le mani sugli appalti dei rifiuti: il processo forse si farà a Sassari

di Mauro Lissia

In dieci a giudizio, tra cui il mediatore ozierese Calvia Per l’accusa pilotava le gare a Carloforte e nel nord dell’isola

05 dicembre 2013
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CAGLIARI. Un sistema di controllo degli appalti pubblici ispirato a quello della mafia poteva diffondersi anche in Sardegna: secondo l’accusa sarebbe stato l’ozierese Giuseppe Calvia (40 anni), responsabile commerciale della potentissima Manutencoop di Bologna, rivale storica del gruppo Romeo nelle grandi gare d'appalto della Consip e dei lavori ad alto valore aggiunto in ogni angolo d’Italia, a muoversi vorticosamente tra il 2009 e il 2011 prima a Carloforte e poi nel nord dell’isola, per pilotare il business dei rifiuti urbani a favore dell’azienda piemontese San Germano-Derichebourg di cui è rappresentante in Sardegna. Dopo aver agganciato l’appalto per la gestione del servizio rifiuti di Carloforte, la San Germano s’apprestava a mettere le mani su Porto Torres e su un consorzio di comuni formato da Cargeghe, Muros, Tissi e Usini.

Intercettazioni. Un business milionario fermato solo quando la Procura è intervenuta partendo dalle intercettazioni raccolte nell’inchiesta sulla municipalizzata di Carloforte. Risultato: dieci persone a giudizio con accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta e sullo sfondo i rapporti diretti fra la San Germano e la Tirrenoambiente, una controllata a configurazione pubblico-privata con sede a Mazzarrà Sant’Andrea nel Messinese, il cui ex presidente Sebastiano Giambò è stato condannato a 14 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, in un groviglio di inchieste tutte legate agli appalti per il ritiro dei rifiuti urbani. Secondo il procuratore distrettuale di Messina, Guido Lo Forte - dichiarazioni del 10 giugno 2010 alla commissione parlamentare antimafia - la mafia gestiva direttamente la discarica di Mazzarrà attraverso Tirrenoambiente. Su questo filone parallelo sono in corso indagini top secret da parte di diverse procure, compresa quella cagliaritana. Il settimanale Report si è occupato nella puntata di lunedì scorso della Manutencoop, di Romeo e dei suoi affari. Ieri si è svolta l’udienza preliminare per i fatti sardi e dai difensori è arrivata la richiesta di spostare il processo a Sassari perché le accuse riferite ai reati più rilevanti riguardano il nord dell’isola. Il gup Cristina Ornano deciderà il 18.

Il mediatore. Personaggi centrali dell’inchiesta condotta dal pm Emanuele Secci sono i rappresentanti della società piemontese con ramificazioni siciliane, Stefano (38 anni) e Fabrizio Garbarini (39) di Torino, Gianluigi Baresi (58) col mediatore Calvia: per loro l’accusa è di associazione a delinquere e turbativa d’asta. Gli altri, tutti accusati solo di turbativa d’asta, sono il sindaco e gli assessori all’urbanistica e al personale di Carloforte Agostino Stefanelli (61 anni), Salvatore Biggio (61), e Adriano Rivano (67), il secondo mediatore Piero Del Rio (69) di Villasalto, il direttore tecnico della coop Attima Service Giancarlo Ruosi (56) di Modena e Ivano Mulas (38) di Ozieri, il professionista incaricato dal Comune di Cargeghe di elaborare il bando per l'appalto sui rifiuti urbani.

Gli appalti. Stando all’accusa Calvia e Del Rio sono riusciti a piazzare illegalmente i servizi della società San Germano srl a Carloforte e hanno tentato di piazzarla, senza arrivare all’obbiettivo, negli altri cinque comuni del Nord Sardegna bruciando le norme che regolano gli appalti pubblici. Le accuse sono riferite a fatti accertati tra il 2009 e il 2011: in alcune conversazioni intercettate dalla Procura qualcuno segnalava che le risorse economiche destinate alla municipalizzata di Carloforte, che doveva occuparsi anche del ritiro dei rifiuti, si erano improvvisamente interrotte. La ragione, stando alla ricostruzione dei fatti, starebbe nella scelta del sindaco Stefanelli di affidare il servizio alla San Germano, seguendo una procedura che il pm Secci considera illegale.

Email sospette. Agli atti c’è una mail che dimostrerebbe il collegamento tra la San Germano e l’assessore Biggio, una mail in cui la società piemontese avrebbe fornito attraverso Calvia al comune di Carloforte le «coordinate» del bando di gara con indicazioni precise su parametri e condizioni, poi comunicate a Stefanelli e a Rivano. Poi altri incontri e comunicazioni in cui l'appalto sarebbe stato pilotato per consentire alla società piemontese di presentare l'offerta migliore. E' vero che - come ha spiegato il difensore del sindaco, l'avvocato Guido Manca Bitti - il Comune di Carloforte invitò alla gara tredici società. E' vero anche che, fallita nel 2010 la Municipalizzata, c'era urgenza di affidare il servizio di raccolta rifiuti. Ma è altrettanto vero che ad aggiudicarselo è stata proprio la San Germano, la società "promossa" dai mediatori Calvia e Del Rio sfruttando - così dice il pm - proprio l'urgenza legata al crollo della municipalizzata.

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