La Nuova Sardegna

l’assessore nonnis: no alla guerra tra poveri

La Regione: a Olbia il governo usa i fondi di Capoterra e Villagrande

di Luca Rojch
La Regione: a Olbia il governo usa i fondi di Capoterra e Villagrande

OLBIA. Sempre più guerra fredda tra Regione e Stato. Gli aiuti per l’alluvione diventano un caso e si trasformano in una guerra tra poveri, in un imbroglio di banconote. Almeno questa è l’accusa che...

03 dicembre 2013
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OLBIA. Sempre più guerra fredda tra Regione e Stato. Gli aiuti per l’alluvione diventano un caso e si trasformano in una guerra tra poveri, in un imbroglio di banconote. Almeno questa è l’accusa che l’assessore ai Lavori pubblici Angela Nonnis lancia al governo. L’esponente della giunta Cappellacci sostiene che il governo abbia spostato una parte dei fondi dall’alluvione di Capoterra a quella di Olbia. «Le risorse destinate a Capoterra e a tante altre aree della Sardegna colpite da alluvioni negli anni passati, non si toccano – dice l’assessore Nonnis – . Per la messa in sicurezza delle zone dell’isola flagellate dal ciclone Cleopatra il governo e il parlamento trovino fondi aggiuntivi, li tolgano da altri capitoli del Bilancio. Ma non si pensi di trasferire stanziamenti già destinati ad altre emergenze. Questa è una guerra tra poveri che i sardi non possono accettare». Secondo l’assessore Nonnis durante l'approvazione della legge di stabilità per il 2014 è stato varato dal Senato un emendamento con cui si dispone, l’uso di 27,6 milioni di euro della contabilità speciale del Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico e l’utilizzo di 25,85 milioni di euro per predisporre il piano di interventi urgenti dopo l’ultima alluvione.

Secondo la Regione le risorse che dovrebbero essere dirottate sono già programmate per interventi in parte già appaltati, come per esempio il primo lotto della messa in sicurezza del rio San Girolamo a Capoterra che è in fase di progettazione avanzata. Gli interventi sostenuti con questi fondi riguardano opere per Capoterra, Villagrande Strisaili, Orosei, Padru, Muros, Bosa, Posada, Torpè, Gairo, Chiaramonti, Sorso Tiana, Illorai e Cagliari.

Le reazioni. Il primo a lanciare l’allarme su un possibile dirottamento delle risorse è stato il consigliere regionale del Pd Marco Espa. «Alla Camera è necessario modificare il testo della legge di stabilità, in particolare il comma 70 che prende i soldi dal fondo del Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico, già destinati agli interventi per le passate emergenze – spiega Espa – Servono altri fondi. Soldi che vanno conteggiati fuori dal Patto di stabilità». Anche il senatore di Sel, Luciano Uras esprime la sua preoccupazione per l’allarme lanciato dalla Regione e si augura che da Cagliari abbiano frainteso le decisioni portate avanti da Roma. «Confido che l’allarme lanciato dall’assessore Nonnis sia privo di fondamento – dice Uras –, e le scarse risorse già stanziate dal Governo, possano essere integrate nella fase di discussione alla Camera della legge di stabilità».

La stima dei danni. Il Commissario per l’emergenza alluvione Giorgio Cicalò ha fissato una data, un limite invalicabile, entro cui i Comuni dovranno inviare la stima dei danni. È il 17 dicembre. Per ora l’ha presentata solo Orosei. Cicalò invita anche gli altri centri a presentare il conto dei disastri del ciclone Cleopatra. Ma c’è anche un’altra scadenza, ancora più vicina, e riguarda l'indicazione delle spese sostenute per i primi interventi. Le somme dovranno essere indicate entro il 5 dicembre.

Agricoltura. Mentre vanno avanti le polemiche dal governo arrivano i primi reali contributi. 16 milioni di euro che sono stati già girati alla Regione e sono destinati alle aziende agricole e zootecniche dei comuni colpiti dalla alluvione. «Abbiamo pagato attraverso l’Agea oltre 16 milioni di euro per gli aiuti diretti a favore di quasi 9mila agricoltori sardi colpiti dall’alluvione – spiega il ministro alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo –. Un intervento immediato sul quale abbiamo lavorato prime ore dopo la tragedia. Collaboriamo con la Regione per attivare i fondi del programma di sviluppo rurale. Saranno destinati per gli interventi a favore degli agricoltori che hanno subito danni. In particolare cerchiamo di far ripartire le aziende attraverso l’acquisto dei beni indispensabili per ridare slancio alle imprese».

Fondazioni. Per le popolazioni colpite dalla alluvione arrivano anche altre risorse. Le fondazioni hanno destinato 3 milioni di euro per la ricostruzione. L’Acri, l’associazione che rappresenta le Fondazioni, destina 2 milioni per gli interventi a favore dei territori colpiti dall’alluvione. La somma si aggiunge al milione di euro già deliberato dalla Fondazione Banco di Sardegna, a cui il Consiglio dell’Acri ha chiesto di farsi carico anche della gestione delle risorse messe a disposizione dall’intero sistema.

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