La Nuova Sardegna

Pps, nel centrodestra si studia un’alternativa

di Pier Giorgio Pinna
Pps, nel centrodestra si studia un’alternativa

Portare avanti la battaglia come un simbolo oppure valutare una sospensione. Le anime della maggioranza a confronto sulle scelte tattiche in vista del voto

02 dicembre 2013
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SASSARI. È sempre più centrale per la giunta Cappellacci riuscire a garantire fin dai prossimi giorni il passaggio del Pps in Consiglio. Il voto per le Regionali si avvicina. I tempi dei lavori in aula stringono. E da questa settimana per tutti è prevista quasi una corsa all'approvazione di una valanga di provvedimenti: «In vista della scadenza elettorale, ogni gruppo cerca di portare a casa qualcosa da giocarsi alle urne», commenta un politico di lungo corso. Così l'esecutivo dovrebbe assicurarsi il varo delle norme sul paesaggio già molto prima di Natale. Sempre che possa, e voglia davvero, andare avanti con la delibera di riforma del Piano varato da Soru nel 2006. Già, perché su questo punto sembrano intanto affacciarsi linee differenti all'interno della stessa maggioranza.

Per varie ragioni. Non perché Cappellacci e gli alleati temano i ventilati ricorsi a Consulta e Tar da parte del ministero per i Beni Culturali (potrebbero giocarseli in campagna elettorale dicendo: «Visto? Noi volevamo andare avanti, ma Roma ci ha bloccato ledendo la nostra autonomia: adesso alle urne dite no al neo-colonialismo»). E neanche perché l'esecutivo vuol riflettere sulle centinaia di emendamenti al Pps presentati da parecchi Comuni sardi: sono richieste non vincolanti. E a frenare non è neppure il fatto che qualcuno nel centrodestra pensa di accogliere la domanda di moratoria di Legambiente o l'appello a un alt definitivo lanciato prima e dopo l'alluvione da Fai, Wef e Grig. No, niente di tutto questo.

Scenari inconsueti. Almeno dalla scorsa estate il centrodestra sa in realtà molto bene quanto sarà difficile ottenere il via libera operativo per il Pps a causa delle complesse procedure da ultimare e dei tempi ridotti per portare a compimento l'intero iter. Un po' come lo sapeva altrettanto bene quando ha accelerato sull'abolizione delle Province nominando i commissari. Ma adesso sul Pps si trova davanti a un bivio decisivo.

Due alternative. Può procedere a testa bassa lungo la strada intrapresa aspettando l'impugnazione ufficiale del Mibac e tentando comunque una gara disperata contro il tempo per fare passare la legge in Consiglio. Oppure ricorrere a un beau geste: evocando l'emergenza post nubifragio, annunciare nei termini più formali la sospensione per alcuni mesi delle procedure tese al varo finale della delibera approvata qualche settimana fa. «Un atto di distensione alla luce della recente tragedia», lo definiscono alcuni.

Possibilità. Solamente i prossimi giorni consentiranno di capire. E permetteranno di comprendere quale delle tendenze prevarrà nella maggioranza. Una maggioranza, in questo caso, non certo divisa tra falchi e colombe. A dispetto delle esigenze di salvaguardia del territorio - richiamate più volte dagli ambientalisti, dal Mibac, da autorevoli urbanisti e specialisti - nel centrodestra nessuno è propenso a tornare indietro sul Pps. Un Piano paesaggistico che per Cappellacci e alleati costituisce materia di convincimenti politici e di propaganda elettorale sin dalle regionali del 2009.

Secondo binario. E allora? Una scelta diversa, finora data per minoritaria nel centrodestra, potrebbe essere dettata da ragioni di opportunità. Tattiche da campagna elettorale, insomma. Con motivazioni, a ogni modo, da valutare a fondo prima di qualsiasi mossa verso una decisione differente da quella portata avanti sino a questo momento dal centrodestra come una bandiera in vista del voto. Ma chi sostiene l’idea di uno stop provvisorio è convinto che la nuova strategia potrebbe in futuro allargare gli appoggi al centrodestra sul Pps. Dilatandoli al di là di quel blocco di sostenitori "storici" che ancora oggi va dai costruttori a molti operatori turistici. E quindi consentendo, alla fine, un’estensione dei consensi alle urne.

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