La Nuova Sardegna

«Controlli su Abbanoa? Mai fatti»

di Mauro Lissia

I dirigenti del comitato tecnico dell’Ato in Procura: nessun impulso a effettuare verifiche di gestione

26 novembre 2013
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CAGLIARI. Abbanoa ha gestito senza alcun controllo da parte dell’Autorità d’ambito il servizio idrico della Sardegna e il suo stato finanziario - appesantito da perdite per 830 milioni maturate in meno di otto anni - non è mai stato sottoposto ad alcuna verifica da parte di chi è chiamato per legge a monitorarne i conti. E’ la clamorosa conferma emersa ieri mattina in Procura dove il pm Giangiacomo Pilia, che indaga contro ignoti per peculato e abuso d’ufficio, ha sentito come persone informate sui fatti i componenti del comitato tecnico dell’Autorità d’ambito, l’organismo dedito al controllo dell’attività amministrativa e della gestione di Abbanoa. Un colloquio durato quasi cinque ore fra i dirigenti regionali Gabriella Massidda, Antonio Conti e Massimiliano Tavolacci e il pubblico ministero, con frequenti richiami ai documenti e agli atti acquisiti nelle scorse settimane dalla Guardia di Finanza nella sede della società che gestisce il servizio idrico integrato in Sardegna e a quelli dell’Autorità d’ambito. L’esito dell’esame testimoniale è inquietante: costituito a settembre del 2012 per controllare la gestione di Abbanoa, il comitato tecnico è rimasto inerte. Dai vertici dell’Ato - così hanno riferito i tre dirigenti - non è mai arrivato alcun impulso e meno che mai richieste di andare a fondo nella verifica degli atti amministrativi della società diretta da Sandro Murtas. Il quadro dunque è chiaro: l’Autorità d’ambito non sapeva nulla della scelta adottata da Murtas di dirottare sulle spese correnti alcuni finanziamenti regionali destinati a opere pubbliche per far fronte alla cronica carenza di liquidità, nulla della sospetta copertura imposta dalla direzione regionale su alcuni dati, una riservatezza sulla quale si sono espressi più volte il revisore legale e il collegio dei sindaci. L’inerzia - stando alle testimonianze - non riguarderebbe la gestione commissariale attuale di Alessandro Bianchi ma quella precedente di Franco Piga, rimasto fra l’altro coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma sulla P3, prosciolto però già in fase d’indagine. Il bilancio 2012 di Abbanoa «non è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione, non è stato redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione finanziaria e patrimoniale, oltre che il risultato economico»: erano state queste le parole del revisore legale Michele Caria, che è stato sentito come persona informata sui fatti. Alla luce dei dati finora acquisiti dalla Procura la società rischia il fallimento e se la relazione del consulente Giuseppe Aste dovesse confermare il livello di criticità dei conti e lo stato di insolvenza, potrebbe essere il pm Pilia a chiedere l’avvio della procedura al giudice. In quel caso, tutt’altro che remoto secondo le indiscrezioni che circolano al palazzo di giustizia, è chiaro che il procedimento penale virerebbe decisamente verso l’ipotesi gravissima di bancarotta.

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