La Nuova Sardegna

«Si annulla il business per i privati»

«Si annulla il business per i privati»

Bianchi, commissario Ato: provvedimento giusto, ma i furbi vanno stanati

17 novembre 2013
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SASSARI. Può essere, questa la speranza, un modo per rafforzare il concetto dell’acqua come bene pubblico: Sandro Bianchi, commissario dell’Ato, pensa che la tariffa sociale, che prevede agevolazioni importanti per le fasce più deboli, possa aiutare a tenere alla larga dal servizio idrico l’interesse di soggetti privati. «Nel momento in cui l’acqua diventa un bene meno appetibile dal punto di vista economico, si annulla la convenienza del business», spiega Bianchi. Anche per questo, il suo giudizio sul disegno di legge è molto positivo: «Si va incontro alle famiglie in difficoltà, si ribadisce che l’acqua è un diritto primario e universale. E per quanto riguarda le morosità, non si lascia alla società di gestione del servizio la facoltà di decidere del distacco dell’acqua. Le situazioni – dice Sandro Bianchi – non sono mai una uguale all’altra, ci sono casi che andrebbero valutati con un’attenzione maggiore perché denotano uno stato di disagio sociale». Il commissario dell’Ato esamina poi il caso sardo: «Siamo riusciti a garantire una tariffa unica, ora c’è la possibilità di modificare questa filosofia ma perché il sistema funzioni è fondamentale che tutti paghino: oggi facciamo i conti con percentuali insostenibili di evasione, la gente mette da parte il denaro per pagare la corrente elettrica e non quello per la bolletta idrica. Soltanto se ci sarà un cambiamento collettivo, allora il sistema sardo potrà reggersi. Altrimenti – conclude Bianchi – è chiaro che pochi dovranno pagare di più per colpa dei soliti furbi». (si. sa.)

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