Maxi bollette per 60 milioni, i Comuni attaccano Abbanoa
TRAMATZA. «Non siamo il Bancomat di Abbanoa». Didascalico quanto chiaro e irritato, Enrico Collu, sindaco di San Sperate, è intervenuto all’assemblea dell’Anci alla quale hanno partecipato cento...
TRAMATZA. «Non siamo il Bancomat di Abbanoa». Didascalico quanto chiaro e irritato, Enrico Collu, sindaco di San Sperate, è intervenuto all’assemblea dell’Anci alla quale hanno partecipato cento sindaci arrivati da tutta la Regione, sventolando una bolletta, la stessa che è piovuta su tutti i Comuni della Sardegna per “la depurazione delle acque piovane delle caditoie comunali”. Ma gli amministratori non hanno nessuna intenzione di pagare il conto che, complessivamente, ammonta per ora a 60 milioni di euro, quindi sono pronti a prendere in mano l’ascia di guerra (mai sotterrata)e aprire l’ennesima vertenza contro la società che gestisce il servizio idrico .
«Chiediamo con urgenza l’istituzione di un tavolo tecnico – spiega Umberto Oppus, sindaco di Mandas e direttore generale dell’Anci – perchè questa situazione va risolta in termini politici. Dovremmo esserci tutti: i duecento sindaci, Ato, Regione e Abbanoa. Proporremo una moratoria di sei mesi per arrivare a una soluzione».
«Lo scorso maggio i Comuni hanno ricevuto le bollette – spiega ancora Oppus – ci sono sembrate l’ennesima macchinazione, l’ennesima assurdità. Ma venerdì scorso hanno fatto seguito le diffide chiarissime: va pagata la metà della bolletta immediatamente». E le cifre non sono bruscolini: dai 77 mila euro per un paese piccolo come Goni ai 4 milioni di Quartu».
Non basta: ieri il primo cittadino di Modolo, Omar Hassan ha mostrato a tutti un conticino di 200mila euro: la richiesta di Abbanoa per l’acqua che nel paese del Montiferru arriva, buonissima, direttamente dalla sorgente. Abbanoa dovrà spiegare al sindaco di origine egiziana che quella che a lui sembra una stranezza per la società è la regola.