La Nuova Sardegna

Marea nera nel golfo dell’Asinara, il ministero fa causa

di Pinuccio Saba
Marea nera nel golfo dell’Asinara, il ministero fa causa

Il ministero dell’Ambiente si prepara a chiedere i danni a E.On in una causa civile

16 novembre 2013
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SASSARI. Dopo la figuraccia rimediata da Governo e Regione per la mancata costituzione di parte civile nel processo a carico di E.On per lo sversamento di 36 tonnellate di olio combustibile nel Golfo dell’Asinara, al ministero dell’Ambiente stanno studiando l’eventuale richiesta di un congruo risarcimento da parte della multinazionale tedesca. I tecnici del ministero sono ancora al lavoro ma è probabile che nei confronti di E.On venga avviata una causa civile, visto che sul versante penale sembra mancare proprio la volontà politica (da parte del governo) di procedere contro la società.

Quanto è accaduto a Fiume Santo (ma anche quanto sta ancora accadendo all’interno della termocentrale) sarebbe stato l’ argomento principale di un incontro fra il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e i parlamentari del Pd Giovanna Sanna e Silvio Lai che avrebbero deciso di fare chiarezza sull’intera vicenda e sui controversi rapporti fra il governo e la multinazionale tedesca che sembra godere di una particolare considerazione da parte dell’esecutivo.

Ma, rapporti Governo-E.On a parte, il ministro Orlando sarebbe intenzionato a rivedere l’intera vicenda, alla luce anche delle indagini portate avanti dai carabinieri del Noe i cui risultati coinciderebbero con quanto accertato dagli ispettori dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che proprio nei giorni scorsi hanno effettuato una serie di controlli all’interno degli impianti, nelle aree limitrofe e nel tratto di mare antistante la centrale.

Risultati che avrebbero confermato una serie di criticità riguardanti le emissioni in atmosfera e gli scarichi a mare. Ma soprattutto l’Ispra avrebbe accertato il poderoso impatto ambientale dei vecchi gruppi 1 e 2. Gruppi di produzione che, inoltre, non garantirebbero alcuna sicurezza anche dal punto di vista strutturale. Una conferma di quanto vanno denunciando da tempo le organizzazioni sindacali, ma proprio su questo argomento Ispra e carabinieri del Noe vanno oltre avvertendo che una eventuale ripartenza dei due gruppi potrebbe mettere a rischio l’incolumità dei lavoratori. Una situazione che, secondo quando trapelato dal ministero dell’Ambiente, potrebbe anche portare Andrea Orlando a rivedere le autorizzazioni concesse alla multinazionale tedesca. Il ministro sembra piuttosto contrariato per quanto sta accadendo a Fiume Santo, dove E.On sembra non interessarsi di ciò che succede sia all’interno sia all’esterno della termocentrale.

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