La Nuova Sardegna

Casta e sperperi, con i fondi Pdl comprati 90 maiali

di Mauro Lissia
Casta e sperperi, con i fondi Pdl comprati 90 maiali

Cucinati ai convegni sull’obesità organizzati da Sisinnio Piras. L’inchiesta: Riccardo Cogoni copriva altri gruppi politici?

16 novembre 2013
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CAGLIARI. Gli spettri di novanta maialetti si aggirano minacciosi attorno all’inchiesta sui fondi ai gruppi politici regionali: secondo il pm Marco Cocco potrebbero essere finiti arrosto in sei convegni su temi medico-sportivi e sull’obesità organizzati dal consigliere regionale Sisinnio Piras nel centro fitness Azzurra 2000, titolare la moglie Marisa Orrù. A metterli a disposizione degli invitati, quindici porcetti per volta, è stata l’azienda agricola dell’onorevole di Villacidro, come risulta dai registri. Ma a pagarli è stato il gruppo del Pdl, che ha sborsato una cifra complessiva vicina ai 24 mila euro. C’è però un grosso punto interrogativo che riguarda i piccoli e sfortunati suini, un sospetto sul quale carabinieri e guardia di finanza stanno lavorando in queste ore: quei convegni con buffet a base di carne di maiale si sono svolti davvero? Oppure si tratta soltanto di un’invenzione di Piras per mascherare spese incompatibili con la destinazione dei fondi pubblici ai gruppi politici? Il dubbio, espresso implicitamente dal pm Cocco nel corso dell’udienza di ieri mattina davanti al tribunale del riesame, è legato a diversi aspetti.

Le sedie da casa. Prima di tutto il fatto che dei convegni non sembra esserci traccia, malgrado risalgano ad appena tre anni fa. Poi le attrezzature di accoglienza. Risulta che ad ogni appuntamento abbiano partecipato circa trecento persone, ma quando la polizia giudiziaria ha chiesto dove si trovassero le sedie usate in quei giorni, tra gennaio e aprile del 2010, la risposta è stata sconcertante: «Se le portavano da casa». Come si faceva un tempo, ai cinema all’aperto. Dunque lo scenario sarebbe questo: relatori che parlano di obesità, diete, attività motoria utili alla salute, trecento convegnisti stipati in una palestra, ciascuno col suo seggiolino pieghevole o magari la sedia impagliata presa dalla cucina di casa. Infine il buffet: una quindicina di maialini made in Sisinnio Piras farm, considerati evidentemente compatibili coi regimi alimentari trattati durante i lavori. Scenario tutto da valutare, così come la posizione del consigliere Piras, attualmente indagato per peculato.

Le fatture di Cogoni. Ma non sono solo queste le curiosità emerse all’udienza del riesame, al centro della discussione le esigenze cautelari ordinate dal gip Giampaolo Casula per Mario Diana, Carlo Sanjust e Riccardo Cogoni, tutti indagati per concorso in peculato aggravato. Il pm Cocco ha riferito che Onorio Petrini, altro indagato, fra le dichiarazioni spontanee rese in Procura ha sostenuto che Cogoni collaborava anche con altri gruppi politici. Ci sono documenti chiari a confermarlo. Ma se per l’accusa è provato che l’imprenditore cagliaritano forniva al Pdl fatture di comodo, rivolte a coprire spese illegittime, i servizi prestati dalle sue quattro società agli altri gruppi sono oggetto di indagine. Ecco perché - secondo il pm - Cogoni, così come Diana e Sanjust, deve restare in carcere. Se tornasse in libertà potrebbe far sparire documenti utili alla Procura .

La zuccheriera di Petrini. Nell’intervento del pm c’è stato spazio anche per la posizione personale di Petrini, finito sotto inchiesta perché la polizia giudiziaria gli ha trovato nel suo studio di odontotecnico ventitrè ciotole, un vassoio e una zuccheriera d’argento acquistati coi fondi pubblici. Petrini ha già restituito al gruppo Pdl i 25 mila euro spesi illegalmente, ma il pm Cocco ha voluto sottolineare come la spiegazione fornita alla Procura («erano doni per gli elettori e premi per manifestazioni sportive») sia smentita da un fatto: quando è stata eseguita la perquisizione la zuccheriera era piena di zucchero. Quindi era lui a usarla.

I prossimi giorni. I difensori - gli avvocati Mariano e Massimo Delogu per Diana, Francesco Marongiu e Carlo Amat per Sanjust, Massimiliano Ravenna e Anna Maria Busia per Cogoni - hanno chiesto la revoca o l’attenuazione della misura cautelare in carcere. Il tribunale, presidente Massimo Poddighe, deciderà entro dieci giorni. Nel frattempo la sequenza di procedimenti sull’uso dei fondi regionali con 53 indagati potrebbe riservare altre sorprese: il 20 novembre il gup Cristina Ornano deciderà sulla richiesta di condanna a tre anni avanzata dal pm per Adriano Salis (ex Idv) e in contemporanea andrà avanti il dibattimento per Silvestro Ladu (Pdl). Due giorni dopo nuova udienza per i diciotto onorevoli del gruppo misto, legislatura Soru. Ma l’aria che tira sul consiglio regionale è pesantissima, perché si parla di nuovi e prossimi avvisi a comparire.

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