La Nuova Sardegna

Uno scrittore sardo nella Resistenza

di Walter Porcedda
Uno scrittore sardo nella Resistenza

Cagliari, due giornate di studio dedicate a Giaime Pintor

15 novembre 2013
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CAGLIARI. Forse fu lo sguardo lungo di chi è cresciuto davanti al mare a fare di Giaime Pintor un intellettuale atipico, senza dogmi, capace di aprirsi curioso al mondo. Aguzzando la vista in direzione dell’orizzonte, dalla finestra di casa sua, una palazzina sita nella salita di via Fiume che a Cagliari porta a Buoncammino, lo scrittore e partigiano antifascista sardo – morto a soli 24 anni, dilaniato da una mina tedesca, il 1 dicembre del 1943, mentre con un drappello di compagni passava le linee nel casertano – guardava lontano, oltre la vasta distesa d’acqua. Il fratello Luigi, insigne giornalista fondatore del quotidiano “Il Manifesto” nell’autobiografico “Servabo” andando agli anni cagliaritani dell’infanzia e dell’adolescenza, ricordava come “sembrava che il piroscafo varcasse un oceano e i rari idrovolanti accendevano l’immaginazione”. Proprio da quei “balconi di casa” li vedevano “alzarsi in volo dagli stagni o approdare in una scia di schiuma come nelle isole dei mari del sud , scoperte al cinematografo o nei racconti di avventura”.

A Giaime Pintor, studioso e patriota, nei settanta anni della Resistenza la Soprintendenza archivista della Sardegna dedica due intense giornate di studi, il 25 e 26 novembre, nel teatro Comunale, con relazioni di storici e studiosi, una mostra con inediti (il diario intimo dello scrittore)e anticipazioni di opere. «Abbiamo scelto Pintor – spiega così la Soprintendente Monica Grossi – come rappresentante sardo del periodo resistenziale, anche per riscoprire un personaggio che in Sardegna è ancora poco conosciuto. Con l’obiettivo di farlo conoscere soprattutto ai più giovani. Ci siamo resi conto anche attraverso a una serie di interviste commissionate alla cattedra di Sociologia dei processi culturali diretta da Emiliano Ilardi che pochi conoscono le opere e la sua vita. Giaime Pintor era una figura assai particolare dentro la resistenza italiana. A differenza di altri che compiranno la scelta di diventare partigiani attraverso quello che gli storici chiamano “il lungo viaggio” (titolo anche di una delle relazioni del convegno tenuta da Albertina Vittoria) Giaime parte da una cultura della scelta individuale, attraverso un excursus personale. L’adesione nel movimento collettivo giunge nel momento in cui si renderà conto che quella sua scelta non basta più. In questa evoluzione, dall’individuo al collettivo, c’è il percorso di chi capisce come l’unione nella molteplicità,anche nelle differenze, può rendere più efficace una lotta».

Un intellettuale quindi che sta dentro un flusso di pensiero democratico europeo più di tanti intellettuali italiani suoi contemporanei.

«Nel corso del convegno tentiamo di compararlo con altre figure. Ad esempio quella di Renzo Laconi che compie un itinerario completamente diverso. Organico e dentro un contesto ben riconoscibile. Giaime si formò a Cagliari ma sentì forte la spinta verso l’esterno. Ai genitori chiese di completare gli studi a Roma dove venne ospitato dallo zio Fortunato, allora direttore della Biblioteca del Senato che poi lasciò per andare, chiamato da Gentile, alla Enciclopedia Italiana. A Roma Giaime accede al salotto del liberalismo frequentato anche dagli esponenti di quella che sarà poi la sinistra più ortodossa. Un circolo particolarmente fluido. La spinta ad andare fuori è una costante di Pintor e lo porterà anche a frequentare la cultura tedesca di cui è profondo conoscitore (fu un mirabile traduttore di Rainer Maria Rilke), frequentò la scuola per ufficiali... Una serie di suggestioni di cui si nutrì senza arrivare mai a volersi ritagliare un profilo netto. Ed è ciò che oggi attrae di Giaime. Ancora più sorprendente la scelta finale, quando deciderà di abbandonare tutto e diventare partigiano. Impossibile relegarlo a una immagine precostituita. Giaime Pintor era davvero tantissime cose. Ne ho avuto personalmente conferma – conclude Grossi – parlando con la sorella Antonietta che mi ha raccontato questa etereogenità e libertà di pensiero».

“Giaime Pintor e il lungo viaggio dell’antifascismo italiano. Le carte, la memoria, la Storia” si apre il 25 novembre alle 16,30. Interventi di Claudio Natoli (“L’antifascismo italiano: un incontro tra diverse generazioni”); Albertina Vittoria ; Cecilia Calabri ( vita e pensiero di Giaime Pintor); Luisa Di Felice (“Renzo Laconi. La formazione antifascista di un intellettuale di provincia”).

A seguire Rita Atzeri e Mario Faticoni del Crogiuolo con brani scelti da “Solo un anno ancora di giovinezza” e l’inaugurazione della mostra “Doppio diario”.

L’indomani alle ore 10 “LeggiGiaime” maratona di lettura su Giaime Pintor (domani anche a Casa Enna di Tramatza). A seguire gli interventi di Margherita Martelli, Sara De Biasi , Monica Pacini de Emiliano Ilardi.

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