La Nuova Sardegna

Liberate in Gallura quattro tartarughe strappate ai trafficanti

di Serena Lullia
Liberate in Gallura quattro tartarughe strappate ai trafficanti

Imballate con il nastro adesivo, erano finite a Bologna. Per i ventisei inquisiti è stato chiesto il rinvio a giudizio

09 ottobre 2013
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OLBIA. Sullo sfondo l’antico castello di Pedres, tutto intorno rigogliosa macchia mediterranea. La nuova casa nel verde di quattro tartarughe, salvate dal traffico illegale ad aprile a Bologna, è stata scelta dal Corpo forestale di Tempio. Si tratta di quattro esemplari della specie Testudo marginata tipica della Gallura. La quinta, imbarcata su un aereo con le altre dopo essere stata imballata con del nastro adesivo, è invece una Testudo hermanni e verrà liberata dall’ispettorato forestale di Sassari in un’area del sassarese, più compatibile con le sue caratteristiche. La liberazione delle tartarughe chiude la complessa indagine sul traffico di testuggini tra la Sardegna e alcune regioni della penisola che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per 26 persone. Un’intensa attività investigativa che ha fatto emergere un fiorente mercato illegale. Le tartarughe prelevate dalla Sardegna tra aprile e maggio, periodo che coincide con la fine del letargo, venivano vendute mediamente a 300 euro. Ma in alcuni casi si arrivava a 10mila euro, come per una rarissima testuggine albina. Salate le sanzioni per chi si rende colpevole di reati di questo tipo a cui si aggiungono fino a tre anni di detenzione per il maltrattamento degli animali.

La maxi operazione aveva preso il via a maggio del 2010. All’aeroporto di Alghero l’agenzia delle dogane aveva scoperto due scatole contenenti 13 testuggini. L’ispettorato forestale di Sassari era risalito alla destinazione dei pacchi, partiti da Santa Teresa per Palermo. Dopo i primi accertamenti della Procura di Tempio le indagini erano state affidate al Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale dell’ispettorato forestale di Tempio, guidato da Giancarlo Muntoni. Una attenta attività di intelligence aveva fatto chiarezza sull’episodio. Tre uomini avevano spedito dall’ufficio postale di Santa Teresa sette pacchi. I mittenti avevano usato nomi fittizi. Veri quelli dei destinatari delle scatole con le tartarughe. Il pm Riccardo Rossi aveva firmato il decreto di perquisizione delle case dei tre mittenti, dei sette destinatari, dei tre spedizionieri in diverse località italiane fra cui Palermo, Como, Benevento, Siena e Ancona. I controlli avevano portato al sequestro di 150 testuggini, tutti esemplari protetti dalla convenzione di Washington. Durante le perquisizioni erano stati trovati cellulari, computer, macchine fotografiche. E anche l’indirizzo di un sito web, piazza virtuale per la vendita di animali fra cui le tartarughe. Da lì l’idea della trappola tesa dagli investigatori della forestale di Tempio. Fingersi acquirenti e concordare un incontro a Olbia. In quella occasione due giovani della provincia di Treviso, si erano presentati all’appuntamento con due tartarughe da vendere a 500 euro. Scattarono 49 perquisizioni che hanno portato al sequestro di altre 50 tartarughe. L'operazione si era conclusa con il rinvio a giudizio dei 26 indagati.

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