La Nuova Sardegna

Energia solare, parola al ministro Orlando

Domani un incontro che potrebbe sbloccare la questione delle competenze sui quattro impianti sardi

04 ottobre 2013
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SASSARI. Forse domani a Genova dal ministro dell’Ambiente Orlando verrà risolto l’inghippo delle competenze per dare il via alla costruzione di quattro impianti di solare termodinamico in Sardegna: Villasor, Giave-Cossoine, Giave-Bonorva, Gonnosfanadiga. Gianluigi Angelantoni, amministratore delegato della Archimede Solar Energy, l’azienda che costruisce i ricevitori, il cuore produttivo dell’energia in queste centrali, lo incontrerà in una manifestazione nazionale. «Spero – dice Angelantoni – che il ministro possa risolvere il nodo: basta una circolare del ministero dell’Ambiente nel quale si affermi che le centrali termodinamiche sono centrali termiche e che quindi la competenza sulla Valutazione ambientale è del ministero per le centrali con una potenza installata superiore ai 300 Megawatt termici».

Il nodo passerebbe quindi con chiarezza dalla Regione al ministero, il quale finora nicchia. «Una volta che c’è la Via via dell’Ambiente, la Regione potrà dare il permesso a costruire», auspica Angelantoni.

Ma sulle centrali ci sono le polemiche locali sull’impatto ambientale e il consumo dei terreni. «Gli specchi utilizzati – spiega l’Ad di Ase – sono alti al massimo 6 metri. Tra uno specchio e l’altro ci sono almeno 15 metri di distanza per cui il pascolo e l’agricoltura non vengono compromessi. Anzi, sarebbe auspicabile il pascolo perchè l’erba verrebbe controllata naturalmente dal bestiame. Vista dall’alto la centrale sembra un lago. Inoltre, il fluido (questa è l’innovazione fatta da Rubbia con l’Enea e che noi utilizziamo come esclusivisti), è un fertilizzante naturale non sintetico (il famoso guano cileno) che viene utilizzato in agricoltura e che portato a temperature elevate si fonde, è trasparente come l’acqua e ha queste grandi capacità termiche. Mentre tutte le centrali al mondo utilizzano olio, un combustibile altamente inquinante». Le bonifiche per il futuro? «Il materiale utilizzato – spiega l’Ad – è vetro, ferro e acciaio, tutto quanto riciclabile e smaltibile almeno al 98 per cento».

I cinquemila posti di lavoro previsti? «Sono valutati in relazione ai primi tre anni circa per la costruzione degli impianti. Poi per la gestione e la manutenzione si considera l’impegno di tre persone a megawatt: complessivamente circa 500 persone, tutte locali, impiegate per almeno trent’anni, la durata delle centrali».

In attesa del nullaosta è anche Tiziano Giovannetti, proprietario e amministratore delegato di Fintel EnergoGreen, la società che ha presentato alla Regione le richieste per i progetti a nome degli investitori che sono i partner finanziari esteri di Chiyoda Corporation, un gruppo giapponese che vuole sviluppare il programma tecnologico di Archimede e che ha investito in questi impianti un miliardo di euro. Giovannetti contesta ai comitati locali che si oppongono, di non accettare la disponibilità dei terreni per uso agricolo «che restituiamo gratuitamente per trasformarli in terre produttive». E dice Giovannetti,che, attraverso Invitalia e la collaborazione della Regione, sono stati avviati incontri che hanno selezionato circa 40 aziende locali dell’area industriale di Porto Torres e Macchiareddu per fornitura materiali e costruzione: «Ma i contratti non si possono firmare perchè manca il via libera all’installazione delle centrali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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