La Nuova Sardegna

No di Ottana a Clivati: il carbone inquina

Il consiglio comunale presenta opposizione al progetto, la Regione dovrà avviare la valutazione d’impatto ambientale

02 ottobre 2013
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INVIATO A OTTANA. Carbone? No, grazie. Il consiglio comunale ieri sera si è riunito in seduta straordinaria e ha votato, con un solo astenuto e nessun contrario, una delibera che esprime «netta contrarietà» al progetto di conversione a carbone della centrale elettrica di Ottana Energia. È il primo, scomodo ostacolo che l’imprenditore Paolo Clivati si trova di fronte nel piano di riconversione dell’impianto finito nel mirino della procura della Repubblica lo scorso marzo in seguito all’uscita, sempre meno presunta, di materiale inquinante dalle ciminiere, episodio all’origine del caso delle pecore nere, rese tali da una fuliggine oleosa. Con questa presa di posizione formale contro il progetto di Ottana Energia, dunque, l’amministrazione comunale non solo afferma pubblicamente la propria contrarietà nel generale consenso da parte di associazione industriali , sindacati e Regione («lo chiede un intero territorio», ha detto di recente l’assessore Liori) ma costringe quest’ultima ad avviare la procedura del Via, la valutazione d’impatto ambientale, ossia analizzare concretamente i possibili rischi per la salute pubblica e l’ambiente che potrebbero derivare da tale riconversione degli impianti.

Il Comune di Ottana aveva 45 giorni per presentare opposizione al progetto di Ottana Energia, e lo ha fatto proprio allo scadere del termine. «Sono state settimane di studio e di riflessione – dice il sindaco Gian Paolo Marras –, di approfondimenti da parte di tutta la maggioranza. Volevamo capire meglio cosa ci viene proposto con l’utilizzo del carbone. E ci siamo rivolti ad esperti di salute pubblica e tutela ambientale. Le conclusioni sono ben peggiori di quanto potevamo aspettarci». È firmata da Vincenzo Migaleddu, coordinatore regionale dell’associazione Medici per l’ambiente, la relazione, letta ieri in aula consiliare, che non lascia spazio all’immaginazione e mette in guardia sui rischi in particolare per la salute pubblica in un territorio già gravato da 40 anni di industrializzazione.

Una sintesi della relazione viene riportata nella delibera consiliare. Si parte dal fatto che «le centrali a carbone emettono sostanze pericolosissime in grado di minacciare la salute» e «che dalle ciminiere delle centrali a carbone escono le più svariate sostanze tossiche», alcune delle quali, come il particolato ultrafine, sono «in grado di penetrare molto in profondità nei polmoni» e provocare «un consistente incremento della mortalità». Il consiglio comunale sottolinea come la riconversione serve a Ottana Energia solo per «il raggiungimento dei benefici del regime di essenzialità». Ma anche per avere costi di produzione molto più contenuti: per un megawatt si spendono 11,50 euro di carbone (sarà cinese, fra l’altro), cifra che sale a 31 con il gas e a 43 con l’olio combustibile, segnala il sindaco Marras, che chiede si percorra con decisione la strada delle energie rinnovabili, senza ricatti occupazionali.

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