La Nuova Sardegna

Primarie, Barracciu trionfa: è lei la candidata del centrosinistra Primarie

di Umberto Aime
Primarie, Barracciu trionfa: è lei la candidata del centrosinistra Primarie

Scelto il candidato per la corsa alla presidenza della Regione. Ganau conquista la “sua” Sassari ma si ferma al 32 per cento. Andrea Murgia 12,5 per cento, Roberto Deriu 7,5% e Simone Atzeni 2,9%: 51mila i votanti

30 settembre 2013
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CAGLIARI. Le primarie del centrosinistra sono partite male, ma alla fine l’agognata soglia perché fossero credibili e legittimate, è stata raggiunta. Sono stati 51 mila (fonte Pd) i sardi che nei gazebo domenicali hanno scelto il loro candidato-presidente per le Regionali del 2014. L’annuncio ufficiale è questo: Francesca Barracciu ha vinto, trionfato, al primo turno con il 44 per cento, secondo Gianfranco Ganau, staccato di dodici punti, terzo l’indipendente Andrea Murgia, 12,6, quarto Roberto Deriu (7) e quinto Simone Atzeni intorno al 2,8. Il neo candidato-presidente (per la prima volta il centrosinistra si presenterà con una donna alla guida della coalizione) alle 23 e qualcosa, con la vittoria ormai in pugno, ha dichiarato: «Da oggi lavorerò per tenere unita l’alleanza e cancellare in fretta i recenti malumori. Dobbiamo essere una sola voce per sconfiggere fra pochi mesi Cappellacci e il centrodestra».

Ai gazebo. Se l’affluenza alle urne sarà confermata, i conteggi erano in corso nella notte, vuol dire che le primarie hanno retto bene. Hanno resistito alle polemiche sul mancato candidato unico, alla diserzione decretata da sei partiti (Sel, Idv, Upc , Rosso Mori, Centro Democratico e Verdi) sugli undici intorno al tavolo della coalizione, con altri due (Rifondazione e Comunisti italiani) ai margini e invece solo due davvero impegnati nella corsa, Pd e Psi. Il tetto dei cinquantamila più spiccioli, in tutto 51.496, significa che le primarie sarde hanno assorbito, nei limiti del possibile, i contraccolpi dell’improvvisa crisi di governo e del dubbio ancora forte se ci saranno o meno elezioni politiche anticipate, oppure se le Regionali finiranno per essere accorpate con il voto nazionale.

I voti assoluti . Con lo sguardo rivolto più al caos romano che al giardino di casa, i sardi del centrosinistra hanno consegnato all’europarlamentare del Pd, Francesca Barracciu, il bastone del comando con 22.808 preferenze. La sua è stata una vittoria netta, mai messa in discussione neanche col passare delle ore (i seggi sono stati chiusi alle 20, e lo spoglio è cominciato alle 21,30) e nonostante fino alle 22.30 nella sede regionale del Pd aleggiasse il fantasma del flop, con i votanti allora dichiarati al di sotto persino delle 55 mila firme totali raccolte un mese fa dai cinque candidati per partecipare alla gara.

Fuori dall’incubo. Scacciato il fantasma dell’astensionismo, la vittoria di Francesca Barracciu al primo turno è rimasta in bilico solo fino a quando è girata la voce (alla fine smentita) che nei seggi di Sassari città avesse votato il doppio degli elettori di Cagliari città. L’ipotesi ha dato qualche speranza in più a Gianfranco Ganau (sindaco di Sassari) ma intorno alle 23 ogni illusione è svanita ed è statoquando gli esperti hanno capito che il voto sassarese da solo non sarebbe bastato a colmare il solco scavato dall’eurodeputata nelle altre province e prima di tutto nel Cagliaritano. Ganau si è fermato a quota 16.792 voti, oltre seimila in meno della vincitrice. Il risultato finale (44 per cento contro il 32) ha confermato nei fatti anche l’exit-poll che, alle 20.30, era stato rilanciato dal gruppo di ricerca C&LS delle università di Cagliari e Padova. Con una forchetta massimo di sei punti – cioè la differenza fra dati virtuali e reali – i sondaggisti avevano assegnato alla futura prima classificata il 49 per cento e Ganau intorno al 27. Ci sono andati molto vicini ed è stata questa una delle prime volte dopo gli ultimi errori pacchiani in cui gli exit-poll centrato il bersaglio. Non hanno commesso sbagli neanche nelle posizioni di rincalzo: Andrea Murgia era stato accreditato del 14 per cento e ha ottenuto poco più del 12 (6.456 voti), Deriu del 6 ed è arrivato al 7,5 ((3.911 voti), mentre il socialista Atzeni, ultimo classificato, è rimasto al di sotto di quel 4 per cento (2,9 reale, 1.529 voti effettivi) immaginato a tavolino dal gruppo C&LS.

Vittoria schiacciante. Non c’è dubbio: Francesca Barracciu ha dominato le primarie. I dodici punti di vantaggio sul secondo classificato, Ganau, sono una voragine. Gli elettori del centrosinistra si sono schierati con lei in quasi tutte le otto province, solo nel Sassarese e nel Nuorese (patria di Deriu) non ha vinto ma in quei collegi il suo distacco dalla vetta comunque è stato minimo. Poi, come sempre, ci ha pensato Cagliari a portarla in trionfo con la provincia che le ha consegnato oltre mille voti di vantaggio sull’indipendente Andrea Murgia e quasi 4mila sul sindaco di Sassari, che si è consolato con la risicata vittoria di tappa dalle sue parti.

Il gioco delle correnti. Anche questo scontro interno è stato decisivo per la vittoria dell’europarlamentare. Quella che da più parti era stata letta e interpretata come una sfida tutta interna al Pd – con tre candidati su cinque – si è trasformata in una passerella per chi poi ha stravinto. Con Francesca Barracci si erano schierati dovunque soriani e renziani, gli ex popolari nel Nuorese, parlamentari del Cagliaritano e dell’Oristanese, i consiglieri regionali della Gallura e del Sulcis. Sulla mappa, così poi è stato nella realtà, la vincitrice ha raccolto l’80 per cento abbondante delle varie anime del Pd. A Ganau, in conclusione, erano rimasti gli spiccioli anche se di conio pesante, a partire dal sostegno della segreteria regionale (leggi Silvio Lai: si dimetterà?) e dell’intramontabile Antonello Cabras. Troppo poco per mettere in crisi una corazzata.

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