La Nuova Sardegna

I dubbi di un cacciatore di bufale

Il blogger Paolo Attivissimo segue il caso da anni: «La facciano provare»

30 settembre 2013
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BOLOTANA. L’auto ad aria compressa progettata dal francese Guy Négre si è ritagliata uno spazio importante nel blog di Paolo Attivissimo, uno dei più noti giornalisti informatici, “cacciatore di bufale” per sua stessa definizione. Si è occupato tra l’altro del discusso caso delle scie chimiche e delle teorie complottistiche sull’11 settembre 2001.

Il suo interesse per l’auto Eolo (la vettura progenitrice dell’AirPod) nasce nel 2006 proprio da un presunto complotto, ordito presumibilmente da petrolieri e grandi case automobilistiche, ai danni di Nègre e della sua rivoluzionaria vettura. Da tempo infatti circolavano in rete via email (Facebook arriverà un anno dopo) appelli della serie “la gente deve sapere” sul mancato avvio del progetto: dovuto, secondo la fonte originaria, non a pecche tecniche o a imprenditori incapaci come quelli di Eolo Auto Italia, ma alla volontà di negare all’umanità una scoperta così rivoluzionaria. Attivissimo smontò in breve questa teoria, anche grazie all’aiuto di numerosi esperti di fisica e meccanica (il suo Servizio Antibufala vanta nove milioni di visitatori).

Il giornalista ha seguito le vicende di Eolo e Nègre sino al novembre dello scorso anno, dunque non conosceva l’evoluzione del progetto, appunto l’annuncio dell’entrata in produzione dell’AirPod in Sardegna. Contattato per telefono a Lugano, dove vive, sembra avere ancora le stesse perplessità manifestate nel suo blog. Ma per quale motivo non lo convincono i passi in avanti annunciati dal costruttore e dalle società collegate? «Perché nel frattempo la fisica non è cambiata», dice con ironia. «Dunque non sono cambiati i dubbi che gli esperti avevano posto all'epoca, non soltanto sulle soluzione tecnologiche ma su limiti proprio fisici del progetto, che a mio avviso continuano ad esserci. Ovviamente se Guy Nègre e i vari progettisti dell'AirPod hanno trovato soluzioni tecnologiche che riescono a risolvere questi problemi (eccessivo raffreddamento del motore, potenza insufficiente, sicurezza - ndr) ben vengano. Contentissimo per loro, ma non ho ancora visto una dimostrazione, indipendente e quindi verificata in condizioni di controllo, delle prestazioni promesse per queste vetture. Tutto si è sempre limitato – continua Attivissimo – a prove di pochi minuti su prototipi. Per il resto, la storia di quest’auto, da Eolo all’AirPod, è costellata di una serie di annunci di entrata in produzione che non sono mai stati rispettati. A quanto mi risulta nessuno ha mai portato in giro un AirPod per una prova estesa in condizioni realistiche e ha dimostrato l'autonomia promessa. Tutto quel che si chiede sempre di fronte a chi fa affermazioni straordinarie è semplice: dimostrate quello che dite. Fatecela provare». (p.me.)

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