La Nuova Sardegna

Business della marijuana, l’isola come il Marocco

di Paolo Merlini
Business della marijuana, l’isola come il Marocco

I continui sequestri di piantagioni evidenziano un fenomeno molto diffuso. Nel Nuorese e in Ogliastra la criminalità ha fiutato il business della cannabis - VIDEO

27 settembre 2013
4 MINUTI DI LETTURA





NUORO. C’è il pastore che decide di mettere a frutto la sua conoscenza delle campagne e l’atavico isolamento, o il consumatore che sceglie di approvvigionarsi da sé e magari guadagnare un piccolo gruzzolo di euro. Ci sono il disoccupato e il lavoratore stagionale, ma anche l’ex rapinatore che per una volta vuole arricchirsi in modo incruento, però si fa scoprire per avidità. E la malavita che si affaccia prepotente su un mercato in crescita, come dimostra il recente ritrovamento di una piantagione sorvegliata da uomini armati tra Loceri e Ilbono. C’è di tutto e di più nel business che, a giudicare dalla cifre del ministero dell’Interno, da qualche anno sta prendendo vertiginosamente piede nella Sardegna centrale, in particolare nelle province di Nuoro e dell’Ogliastra. La cannabis destinata al fiorente mercato sardo ormai si coltiva da queste parti, come dimostrano i sequestri di piantagioni da parte di carabinieri e polizia che in questo periodo si susseguono al ritmo di uno o più al giorno. Il motivo è presto detto: dalla metà di agosto e per tutto settembre, per i “coltivatori diretti” di marijuana è tempo di raccolto, è arrivato il momento tanto agognato appena pochi mesi prima, dall’inizio della primavera sino a tutto maggio, quando i semi erano stati interrati. Parliamo della coltivazione in esterno, perché quella cosiddetta indoor, in serre ipertecnologiche o nel bagno di casa, si può fare tutto l’anno ma è un fenomeno più limitato. E sono molti, consumatori o spacciatori, a credere che non ci sia nulla di più facile che piantare un buon numero di semi di “cannabis indica” in terreni lontani dai centri abitati, magari appartenenti ai comuni o al demanio. O in un parco regionale, come avvenuto nell’oasi di Tepilora a Bitti (dove la squadra mobile di Nuoro ha scoperto 1100 piantine distribuite su tre ettari).

Il rovescio della medaglia è che questi neo agricoltori non sempre la passano liscia. Se prima una piantagione poteva essere nascosta nella vegetazione ed era difficile individuarla anche per l’occhio esperto delle squadriglie di carabinieri e polizia, oltre che del corpo forestale, oggi la mappatura digitale dall’alto del territorio, aggiornata in tempo reale, consente di scoprire quegli arbusti di un verde chiaro intenso che si distinguono nettamente dalle tonalità più scure della macchia tipica dell’isola.

Per capirne di più sulle dimensioni del fenomeno basta andare a consultare le tabelle della Direzione centrale per i servizi antidroga nel sito internet del ministero dell’Interno. Da alcuni anni a queste parte vengono pubblicati, mese per mese e provincia per provincia, i dati sulla lotta alla droga, con i sequestri effettuati suddivisi per sostanza e il numero delle persone arrestate o denunciate. Per la Sardegna, la suddivisione riguarda ancora le quattro vecchie province, e non le otto attuali. Nel mese di agosto, nel Nuorese e in Ogliastra sono stati sequestrati oltre 38 chili di marijuana e 3128 piante di cannabis. Dati che fanno balzare la Sardegna centrale in testa alla classifica regionale: nello stesso periodo in provincia di Cagliari sono stati sequestrati poco più di quattro chili e 154 piantine. Nella vasta area dell’ex provincia di Sassari, dunque con la Gallura inclusa, la marijuana scoperta ammonta a 27 chili e le piantine sono 840. A Oristano 185 grammi e otto piante.

È interessante un raffronto con i dati dell’agosto 2012, tratti sempre dalla stessa fonte ministeriale: sono nettamente inferiori, a conferma di un impegno sempre più mirato da parte delle forze dell’ordine ma anche dell’impetuosa crescita del fenomeno. Nell’area Nuorese-Ogliastra erano stati sequestrati poco più di un chilo di marijuana e 462 piantine (a Sassari 392 grammi e 1471 piante, a Cagliari 5 chili e 874 piante). Ma giova anche guardare ai dati 2012 relativi a settembre, mese tradizionale del “raccolto”(comunque sempre fortemente soggetto alle mutevoli condizioni climatiche). A Nuoro vengono scoperte 733 piante ma la marijuana sequestrata ammonta ad appena 7 grammi. A Sassari i chili sono invece 66 (817 piante) e a Cagliari nove (101 piante). Dati che possono indurre a pensare come in quel periodo la marijuana coltivata nel Nuorese e in Ogliastra avesse già preso la via dei poli forti del consumo nell’isola, appunto Cagliari e Sassari. Magari per essere scambiata con cocaina.

Si può quantificare il giro d’affari? L’erba sarda costa al dettaglio dagli 8 ai 12 euro al grammo, e almeno 2500 euro al chilo, 5000 in qualche caso. Da una pianta selezionata se ne può ricavare almeno mezzo chilo. Per la mega piantagione scoperta a Bitti, gli inquirenti ipotizzavano un ricavo di 200 mila euro. Una cifra arrotondata per difetto, forse, visto il fiorente mercato che oggi ruota attorno ai semi selezionati di cannabis e che promette risultati stellari, soprattutto a chi ha danaro da investire. Meglio se sporco.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’incidente

Scontro frontale sulla Sassari-Olbia, cinque feriti in codice rosso

Le nostre iniziative