La Nuova Sardegna

Regione e Comuni litigano sul capitale

Regione e Comuni litigano sul capitale

La nuova ripartizione potrebbe ribaltare i rapporti di forza e mandare in minoranza Sassari e Cagliari

21 settembre 2013
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CAGLIARI. L’armistizio fra la Regione (centrodestra) e i Comuni (la maggioranza è di centrosinistra) è già finito? Sì. Dopo gli scontri furibondi sull’Autorità d’ambito poi vinti dai sindaci con la nomina a commissario di Alessandro Bianchi (Nuoro) e dopo le reciproche randellate su bilanci e debiti, è la ricapitalizzazione ad aver riacceso le polveri. Con altri142 milioni freschi sul piatto, è il contributo straordinario autorizzato dal’Europa e finanziato per intero dalla Regione, i Comuni temono che la giunta abbia in mente di strappare la maggioranza delle azioni proprio ai sindaci. Il che è possibile – stando al Codice civile – se solo la Regione dovesse sottoscrivere le nuove quote e potrebbe farlo visto che è proprio l’ente centrale a metterci i soldi. A quel punto il ribaltamento sarebbe secco, con Cagliari e Sassari (amministrate dal centrosinistra) che finirebbero in minoranza, mentre insieme ora valgono il 32,6 del capitale sociale, cioè la maggioranza relativa con la Regione inchiodata a poco più del 13 per cento. Per evitare di finire in trappola, ieri i Comuni hanno prima bloccato il piano della Regione, che era pronta alla ricapitalizzazione immediata, e poi ottenuto il rinvio della spartizione delle azioni in base al nuovo capitale sociale aumentato appunto di 148 milioni. Il rinvio accordato è stato di cinque giorni e da oggi e sino al 27 i Comuni vogliono far pressione sulla Regione per dissuaderla dalla prova di forza e convincerla invece ad accettare una soluzione meno invasiva. Questa: i 142 milioni, seppure sulla carta, saranno prima assegnati ai Comuni in base alle vecchie quote e subito dopo sarà ciascuna amministrazione a sottoscrivere le nuove azioni. Sarebbe un buon compromesso, dicono i sindaci, ma la Sardegna è da tempo in campagna elettorale e anche sui disastrati conti di Abbanoa sono cominciate le grandi manovre in vista del 2014 e dunque le larghe intese sono un miraggio. (ua)

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