La Nuova Sardegna

Maxi rogo a Capo Figari, arrestato piromane di 24 anni

di Giampiero Cocco
Maxi rogo a Capo Figari, arrestato piromane di 24 anni

Scoperto dalla Forestale con il cerino in mano mentre appiccava l’incendio che ha distrutto un paradiso ambientale

04 settembre 2013
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GOLFO ARANCI. Quando i rangers della forestale hanno bussato, ieri pomeriggio, alla porta di casa di Mirko Morlè, 24 anni di Golfo Aranci, il giovane li ha accolti e salutati come vecchi amici.

Mirko è finito in cella, nel supercarcere di Nuchis, con l’accusa d’aver dato origine all’immenso rogo che, il 24 giugno scorso, una giornata di maestrale, si è allargato a macchia d’olio dalla periferia di Golfo Aranci verso Monti Ruiu e le splendide insenature di Cala Moresca, l’attigua Cala Greca e il promontorio di Capo Figari. Un gigantesco rogo che ha incenerito quasi cinquecento ettari di macchia mediterranea, cresciuta rigogliosa a dispetto della perenne siccità in un territorio già attraversato dalle fiamme 50 anni fa, quando era ancora vivo il mitico proprietario di quella montagna che si immerge nel mare di Golfo Aranci: il possidente calangianese Antonio Tamponi.

L’arresto di Mirko Morlè era atteso da tempo, un’ordinanza di custodia cautelare richiesta all’indomani di quel grave incendio dalla procura della Repubblica. I magistrato inquirente, Elisabetta Atzori, aveva sorvolato a lungo, su un elicottero della Forestale, quei costoni trasformati in una landa nera per rendersi conto di persona del danno ecologico, paesaggistico e ambientale causato dalle fiamme. Un incendio la cui matrice è ancora molto incerta, essendo il responsabile materiale di quel rogo– Mirko Morlè, il quale avrebbe anche confessato – affetto da turbe psichiche che, quasi certamente, faranno richiedere ai suoi difensori una perizia psichiatrica. A incastrare il giovane, cerino alla mano, erano state le telecamere di sicurezza: i filmati l’avevano ripreso mentre, alla periferia della città, in via Guglielmo Marconi, dava fuoco alle stoppie.Il vento di maestrale, che quel giorno soffiava a oltre sessanta chilometri all’ora, aveva fatto il resto. Il forno del fuoco si era diviso su due fronti, uno dei quali si era spinto verso Cala Moresca e Cala Greca, le due spiagge a est di Golfo Aranci, davanti all’isolotto di Figarolo. Le fiamme imperversarono per tutto il pomeriggio, mentre gli uomini dell’apparato antincendio – vigili del fuoco, forestali e volontari della protezione civile – cercavano di arginare le fiamme dalle zone accessibili con le autobotti.

L’incendio venne spento, a tarda sera, dopo l’intervento (contestatissimo, per via delle lungaggini burocratiche sul suo impiego nella zona delle operazioni) di un Canadair inviato sul posto dal centro di coordinamento di Roma. Nel frattempo le indagini per risalire al responsabile di quell’incendio erano già state avviate dagli uomini del nucleo investigativo del corpo forestale di Tempio, coordinati dal capo dell’ispettorato Giancarlo Muntoni. Poche ore e i sospetti si accentrarono sul giovane finito ieri in carcere, un ragazzo che, stando alle prime indicazioni, avrebbe manifestato più di un problema psichico .

Stamattina, nella sede di Tempio del comando forestale, in viale Kennedy, sarà illustrata, nel corso di una conferenza stampa, l’attività d’indagine che ha portato all’arresto di Mirko Morlè. Il quale, nelle prossime ore, sarà sentito dal gip Marco Contu nel corso dell’interrogatorio di garanzia. L’incendio di Capo Figari è stato il primo rogo a essere appiccato, in Gallura durante la campagna antincendio 2013. Un rogo le cui ferite ambientali tarderanno a rimarginarsi, essendo i terreni sui quali ha imperversato il fuoco in gran parte rocciosi e a rischio di desertificazione per il dilavamento del terreno.

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