La Nuova Sardegna

«Offresi campo da golf a prezzi modici»

di Paolo Merlini
«Offresi campo da golf a prezzi modici»

I Comuni di Talana e di Triei mettono sul mercato cento ettari di territorio per un impianto a 18 buche. Il costo? Centomila euro l’anno

31 agosto 2013
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TALANA. Incuranti degli strali ambientalisti e in controtendenza con la domanda crescente di turismo sostenibile, Franco Tegas e Mariano Muggianu, sindaci di due comuni dell’entroterra ogliastrino che insieme non fanno neppure 2500 abitanti, stanno per formalizzare un’offerta che, a sentir loro, dovrebbe cambiare le sorti dei rispettivi paesi, altrimenti condannati a inesorabile spopolamento. I primi cittadini di Talana e Triei hanno infatti deciso di mettere sul mercato cento ettari di territorio comunale, cinquanta a testa, da destinare a un campo da golf da 18 buche. L’amministrazione di Talana si muove in questa direzione già da qualche anno, tant’è che ha predisposto una variante al piano urbanistico, dove quelle aree hanno destinazione agricola, mentre Triei ha meno vincoli e marcia spedito verso la meta. Resta il problema degli usi civici, ma i due comuni ritengono si possa affrontare con successo. La parte più vicina alla costa dista 7 chilometri dal mare e dunque non ci dovrebbero essere ostacoli per le costruzioni previste (un albergo da 150 posti e 50 appartamenti, in un’area di circa 20 ettari che invece sarà venduta). Fra qualche giorno nel Bollettino della Regione e sui principali quotidiani comparirà il bando internazionale per le manifestazioni d’interesse.

Ma cosa chiedono in cambio i due sindaci? «Tutto è ancora da definire», risponde Tegas, esponente del Pdl a capo di una lista civica, imprenditore nel ramo supermercati a Tortolì («ma continuo ad abitare a Talana», sottolinea). «Si andrà verso un contratto trentennale, con un canone che ipotizziamo in centomila euro l’anno». Non proprio tanto, insomma, se si pensa all’area che verrà concessa. «Consideri che a parte qualche vigna e un paio di aziende zootecniche, nelle vallate di Sa Silimbedda e Istola non c’è niente. I terreni sono perlopiù incolti. Quanto agli usi civici, li sposteremo in un’altra parte del territorio o li sospenderemo durante l’affitto».

A che tipo di imprenditori è rivolta la proposta, ci sono già stati contatti? «Ancora no, ripeto, siamo in una fase preliminare – continua Tegas –. Potrebbero essere sardi oppure no, a noi interessa la serietà della proposta. L’altro aspetto positivo riguarda l’assunzione di personale: contiamo che, con l’impianto a regime, qui possano trovare occupazione almeno quaranta di persone, una cifra importante per i nostri paesi». Ma se per i giovani di Talana e Triei si apre un futuro come caddy o giardiniere, che ne sarà di quanti invece aspirano a un domani legato alle eccellenze del territorio, dall’escursionismo ai prodotti tipici? «Ci sarà posto per tutti, anzi queste attività riceveranno impulso dall’attività golfistica», dice ancora Tegas, che non è preoccupato neppure dalla più classica delle obiezioni in un’isola che va verso la desertificazione: lo spreco d’acqua. «C’è un ruscello, sarà più che sufficiente», risponde sicuro. Salvo un momento di imbarazzo quando gli viene ricordato che un campo da 18 buche consuma la stessa acqua di un paese di 8000 abitanti, almeno secondo gli ambientalisti. E che, come ci insegnano le favole di Fedro, a farne le spese potrebbero essere i paesi a valle del corso d’acqua, Lotzorai per primo.

Anche il sindaco di Triei, Mariano Muggianu, direttore didattico, è convinto della bontà del progetto. «Abbiamo inserito la proposta nel piano urbanistico. Crediamo così di poter entrare nei flussi turistici che al momento ci tagliano fuori». Ma a parte rare eccezioni, i campi da golf dell’isola sono in crisi, anche perché la clientela non è esattamente popolare. «È un turismo rivolto a una classe medio-alta, ma rispetto a un tempo il golf oggi è davvero più popolare. Noi facciamo un’offerta, poi sarà l’imprenditore che sposerà l’iniziativa a valutare i pro e i contro».

Il campo da golf ogliastrino intanto ha già sollevato la protesta del Gruppo d’Intervento Giuridico, che denuncia la svendita del territorio e mette in guardia sugli usi civici che gravano sull’area. E aggiunge: siamo ai confini del Parco del Genargentu, non sarebbe meglio andare in questa direzione? Giriamo la domanda al sindaco Tegas: «Il Parco? A suo tempo l’abbiamo combattuto, era un progetto calato dall’alto», risponde citando uno slogan del secolo scorso. Meglio stare con i piedi ben piantati per terra, anzi sul green.

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