La Nuova Sardegna

«La mortalità è bassa ma è più alto il rischio di diffusione del morbo»

«La mortalità è bassa ma è più alto il rischio di diffusione del morbo»

La situazione muta di giorno in giorno, dunque ogni dato sulla diffusione della lingua blu nell’isola rischia di essere superato in tempo reale. Il database dell’unità di crisi sulla blue tongue è in...

22 agosto 2013
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La situazione muta di giorno in giorno, dunque ogni dato sulla diffusione della lingua blu nell’isola rischia di essere superato in tempo reale. Il database dell’unità di crisi sulla blue tongue è in perenne aggiornamento: ieri si parlava di circa mille focolai in tutta l’isola, con una forte preponde

ranza nelle province di Nuoro e Oristano. Significa che circa mille aziende in questo momento in Sardegna sono alle prese con la lingua blu, cioè hanno gli animali infetti. Basta moltiplicare il numero per le dimensioni di un gregge, diciamo dai 150-200 capi in su, e si capisce la portata del problema. «Per questo occorre un’azione decisa – dice il veterinario Andrea Sarria (foto), componente dell’unità di crisi sulla lingua blu dell’assessorato alla Sanità –Il vaccino va utilizzato, perché non è dannoso al contrario di quanto accaduto nel 2001. Ovviamente non ha senso somministrarlo ad animali malati, ma negli altri casi è necessario muoversi con immediatezza, senza diffidenze. Si tratta di un vaccino “spento”, dunque senza controindicazioni rispetto a quello “vivo” del passato. Ci sono 24 sierotipi di virus della lingua blu: in Sardegna ora c’è il tipo 1, ed è a questo che si rivolge il vaccino. Abbiamo cominciato la campagna di vaccinazioni a fine luglio, primi di agosto. I nostri veterinari hanno rinunciato alle ferie per occuparsi del problema – continua Sarria –ed è ingeneroso parlare di disinteresse. L’altro aspetto che mi preme sottolineare è la cura delle igiene nelle aziende zootecniche: va cercato in tutti modi di evitare il contatto degli animali con ambienti in cui si può trovare l’insetto portatore del virus. L’utilizzo di un’insetticida repellente da cospargere sulle pecore è utile, anche nei capi in cui la malattia è conclamata».

Ma siamo davvero di fronte a una ecatombe? «L’emergenza è concreta – dice Sarria – Ma rispetto al 2001 la mortalità è bassa. Sotto il profilo scientifico invece è più elevata la morbilità, cioè la diffusione della malattia. Ma, ripeto, vaccinazioni e igiene zootecnica sono fondamentali per arginare il problema». (p.me)

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