La Nuova Sardegna

Peculato, altri tre consiglieri indagati

Peculato, altri tre consiglieri indagati

Avvisi di garanzia a Biancareddu, Cuccu e Randazzo, tutti dell’Udc nella passata legislatura: si aggiungono a Milia e Obinu

31 luglio 2013
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Ora sono cinque i consiglieri regionali indagati dalla Procura cagliaritana nell’inchiesta-bis per peculato, basata sull’uso improprio dei fondi destinati all’attività istituzionale dei gruppi politici. Dopo l’assessore regionale alla pubblica istruzione Sergio Milia (Udc), nel biennio 2009-2010 segretario del suo gruppo in consiglio regionale e l’attuale segretario, Sergio Obinu, che hanno ricevuto un invito a comparire dal pm Marco Cocco e hanno preferito non presentarsi al palazzo di giustizia per rispondere alle domande del magistrato, ieri sono stati notificati avvisi di garanzia con avviso a comparire per il mese di settembre all’attuale assessore all’ambiente Andrea Biancareddu (Udc-Fli), a Franco Ignazio Cuccu (Udc) e ad Alberto Randazzo (Udc, ora Pdl). Per tutti l’ipotesi di reato è la stessa: peculato. Per Randazzo, che fa già parte dei 20 consiglieri mandati a giudizio a conclusione della prima inchiesta, si tratta di una nuova contestazione legata al periodo in cui ha militato nel gruppo Udc. La contestazione è riferita all’attività svolta dai tre nei rispettivi gruppi nel corso della XIII legislatura, sotto la presidenza di Renato Soru. L’8 febbraio scorso Biancareddu è stato condannato in primo grado a un anno di reclusione per usurpazione di funzioni pubbliche nel processo in cui era coinvolto anche l’ex presidente del consiglio regionale Giacomo Spissu, uscito assolto dall’accusa di abuso d’ufficio per la vicenda della ritardata surroga dell’esponente Udc.

Non è noto quale sia l’importo contestato dal magistrato agli indagati. La sola certezza è che - secondo la Procura - anche questi ultimi tre uomini politici avrebbero utilizzato per spese non previste dalla legge fondi che il Consiglio destina all’attività istituzionale. Mancherebbe poi il rendiconto, che in base alle norme dev’essere puntuale e coevo. È la stessa situazione che ha portato davanti ai giudici della prima sezione del tribunale di Cagliari diciannove consiglieri regionali della scorsa legislatura – quasi tutti quelli dei gruppi misto e Insieme per la Sardegna - oltre ad Adriano Salis (Udc) che ha scelto il giudizio abbreviato e risponde della stessa accusa davanti al gup Cristina Ornano. Ora i tre nuovi indagati dovranno decidere se presentarsi in Procura alla data fissata dal pm Cocco oppure se attendere che l’inchiesta faccia il suo corso e divengano conoscibili tutti gli atti e i documenti raccolti dalla Guardia di Finanza negli ultimi mesi. Da quando, dopo l’esame davanti al gup di Salis, la Procura ha deciso di estendere l’indagine a tutti i gruppi della legislatura Soru e a quelli dell’attuale consiglio regionale. Un’indagine che ha portato alla luce ipotesi di reato analoghe in molte regioni d’Italia. Il processo pubblico ai diciotto consiglieri già a giudizio riprenderà il 24 settembre. Mentre l’ex assessore regionale ai lavori pubblici e senatore Silvestro Ladu (Pdl), che viene giudicato a parte, dovrà tornare davanti ai giudici del tribunale il 4 ottobre. Salis dovrebbe chiudere la propria vicenda giudiziaria il 18 settembre, quando il gup Ornano emetterà la sentenza. (m.l)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative