La Nuova Sardegna

Abbanoa, inchiesta bis a Nuoro

di Mauro Lissia
Abbanoa, inchiesta bis a Nuoro

La Procura barbaricina, dopo quella di Cagliari, indaga in base ad alcuni esposti

31 luglio 2013
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CAGLIARI. C’è un’inchiesta parallela sulla gestione di Abbanoa, la società che governa il servizio idrico in Sardegna. Ad aprirla è stata la Procura di Nuoro, che indaga contro ignoti e senza ipotesi di reato. Ieri si sono presentati alla sede legale della società pubblica, in via Straullu 35, gli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Nuoro. Avevano in mano una delega della Procura e in base a quella hanno chiesto all’impiegata dell’ufficio protocollo di consegnare entro il 16 agosto le copie di una lunga serie di atti e documenti amministrativi strettamente legati all’attività di Abbanoa, un elenco contenuto nella nota firmata dal comandante Luigi Mimmo. Fra questi l’atto costitutivo, le delibere dell’assemblea, il libro soci, il libro delle adunanze e numerosi altri che saranno utili alla Procura per ricostruire la situazione all’interno della società, da anni al centro delle proteste degli utenti e oggi gravata da una voragine finanziaria pari a 800 milioni di euro. A suscitare l’interesse della magistratura sono stati alcuni esposti arrivati agli uffici giudiziari nelle ultime settimane, da quando la Nuova Sardegna ha diffuso la notizia dell’inchiesta aperta a Cagliari. Sembra che l’avvio del procedimento penale abbia incoraggiato utenti del servizio e altre persone rimaste anonime a segnalare irregolarità d’ogni tipo.

All’ufficio del sostituto procuratore Giangiacomo Pilia, che indaga a Cagliari contro ignoti per peculato e falso in atti pubblici, non si contano più le buste con documenti e denunce, che il magistrato sta esaminando in queste ore. È un brutto momento quello che sta vivendo il direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas: sono le sue scelte amministrative al centro dell’attenzione. Le relazioni del collegio dei sindaci e soprattutto l’ultima, firmata dal revisore legale Michele Caria, hanno consegnato alla Procura cagliaritana la fotografia di una situazione ai confini della legalità. Dall’uso dei finanziamenti regionali per le opere idriche usati per coprire le spese correnti ai crediti inesigibili portati comunque in bilancio, i rilievi degli organismi di controllo sembrano aver scoperchiato una pentola ribollente di situazioni al limite, sulle quali il pm Pilia sta lavorando con intensità. Pilia è impegnato a vagliare i conti che riguardano tre fasi della storia amministrativa della società pubblica, un periodo che abbraccia gli ultimi quattro anni di attività.

Dal 17 luglio 2009 al 4 novembre 2011 presidente dell’organo amministrativo era Pietro Cadau, attuale commissario della Provincia di Cagliari. Cadau lasciò la poltrona di Abbanoa alla direttrice generale della presidenza della Regione Gabriella Massidda, che la occupò il tempo necessario per gestire la transizione: tre mesi. In quella fase la società passò dalle mani di un consiglio di amministrazione articolato a quelle di un amministratore unico: l’incarico venne affidato il 9 febbraio 2012 a Carlo Marconi, ingegnere civile, che lo accettò due settimane dopo. Secondo le testimonianze raccolte fino ad oggi dal pm Pilia, è nell’arco di quest’ultimo quadriennio che sono maturate le decisioni sulle quali la Procura intende indagare con le ipotesi di peculato e falso in atti pubblici. Decisioni assunte, stando a quanto emerso, dal direttore generale Sandro Murtas, il solo ad aver tenuto saldo in pugno il timone della società fin dalla sua costituzione.

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