La Nuova Sardegna

Abbanoa, la Procura indaga anche per peculato e abuso d’ufficio

di Mauro Lissia
Abbanoa, la Procura indaga anche per peculato e abuso d’ufficio

L’inchiesta non si ferma neppure per la pausa estiva. All’esame del pm, che ha rinviato le ferie, le consulenze affidate a una trentina di legali esterni per il recupero crediti

16 luglio 2013
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CAGLIARI. Peculato aggravato e abuso d’ufficio: sono queste le ipotesi di accusa su cui lavora il pm Giangiacomo Pilia che indaga sulla gestione di Abbanoa, la società pubblica titolare del servizio idrico per la Sardegna in bilico su una voragine di debiti. Il magistrato ha sentito in queste ore alcune persone informate sui fatti, ha raccolto documenti e si prepara a incaricare la polizia giudiziaria per l’acquisizione formale degli atti amministrativi. La sensazione diffusa al palazzo di giustizia è che stia per esplodere un’inchiesta giudiziaria dai contenuti e dagli effetti devastanti: il magistrato delegato dal procuratore capo Mauro Mura ha deciso di rinviare le ferie e malgrado il riserbo imposto dall’ufficio già si parla di iscrizioni imminenti al registro degli indagati, fondate su indizi piuttosto seri e ampiamente documentati. Le carte che si trovano sul tavolo del pubblico ministero sembrano davvero scottanti: sono i componenti del collegio dei sindaci e il revisore legale a indicare con chiarezza le anomalie riscontrate nella gestione e nei conti di Abbanoa, l’ultima relazione arrivata all’attenzione del magistrato è ancora più esplicita della precedente perché mette l’accento sull’uso improprio dei contributi regionali per le opere idriche, secondo gli organismi di controllo dirottati in buona parte sulla copertura delle spese correnti prima ancora che gli interventi sulle infrastrutture idriche fossero arrivati alla fase conclusiva. Una scelta, quella adottata dal direttore generale Sandro Murtas, che aprirebbe la strada a valutazioni in chiave penale: l’accusa di peculato, per ora solo ipotizzata, sarebbe riferita proprio a queste operazioni di gestione finanziaria. L’altro capitolo, che si annuncia piuttosto ricco e articolato, riguarda l’ipotesi di abuso d’ufficio. La Procura sembra aver rivolto l’attenzione anche sull’incredibile schiera di avvocati reclutata dal direttore generale per recuperare i crediti e per affrontare la moltitudine di cause civili e penali che gravano su Abbanoa, da sempre al centro di ricorsi e di citazioni in giudizio da parte di utenti vessati e inferociti. I professionisti, stando a un elenco in circolazione, sono almeno trenta e l’ultimo incarico conferito a uno studio di Cagliari riguarderebbe il recupero di crediti per milioni di euro. Gli altri incarichi, a leggere i nomi dei legali e i loro riferimenti politici conosciuti, sembrerebbero affidati in base a criteri di spartizione di sospetto taglio politico, in proporzione al peso elettorale del momento. Appena pochi giorni fa la direzione generale ha mandato a casa tre dei quattro avvocati interni, quelli che lavoravano con contratto a termine. Una decisione letta dai più come la conferma dell’orientamento a proseguire sulla strada dell’affidamento all’esterno delle controversie.

Ma al di là delle recenti scelte di gestione, la Procura intende fare quello che la Regione non ha mai fatto: guardare «dentro» i conti di Abbanoa, tracciare i flussi di denaro, accertare se i finanziamenti pubblici sono stati utilizzati a beneficio del servizio o no, per dare finalmente una lettura attendibile alla voragine di ottocento milioni di euro aperta nei conti della società, una voragine che potrebbe rivelarsi ancora più profonda se è vero che la gran parte dei circa quattrocento milioni di crediti postati nei vari esercizi del bilancio di Abbanoa sono in realtà inesigibili, come dire perduti per sempre.

Un compito, quello della verifica, che il pm Pilia affiderà in prima battuta alla guardia di finanza per poi valutare la necessità di una consulenza tecnica d’ufficio. Per adesso la sola certezza è che il procedimento penale, partito da un’inchiesta della Nuova Sardegna, andrà avanti speditamente senza tener conto della pausa estiva. Il progetto del pm Pilia è di tirare le somme dell’indagine già nelle prossime settimane per poter valutare l’opportunità di richiedere misure cautelari, non solo riferite a beni patrimoniali. La fretta sarebbe legata anche all’esigenza di impedire un possibile inquinamento di prove.

Intanto, si parla con insistenza di attività straordinaria negli uffici di Abbanoa, che sembrerebbe andare avanti fino a orari notturni. Un fatto che se confermato sarebbe piuttosto anomalo. Con l’amministrazione regionale impegnata nel tentativo di un salvataggio finanziario da molti considerato improbabile, con gli stipendi destinati ai 1459 dipendenti in crescente ritardo e un filo sottilissimo a reggere Abbanoa sul precipizio del dissesto, sembra che il compito di fare chiarezza sul servizio idrico dell’isola, con una politica sorda e in gran parte assente, sia ancora una volta appannaggio della magistratura.

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