La Nuova Sardegna

Al via l’inchiesta su Abbanoa

di Mauro Lissia
Al via l’inchiesta su Abbanoa

Il procuratore di Cagliari assegna l’incarico. Masnata Chimici chiede il saldo di 5 milioni per il cloro

03 luglio 2013
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CAGLIARI. Il disastro finanziario di Abbanoa è al centro di un’inchiesta giudiziaria. Nei prossimi giorni il procuratore capo Mauro Mura deciderà a chi assegnare l’incarico di scavare nei conti della società di gestione del servizio idrico sardo, per stabilire se i pesantissimi rilievi mossi dal collegio dei sindaci e dal revisore legale al direttore generale Sandro Murtas sono fondati e se qualcuno ha commesso reati. L’attenzione è puntata soprattutto sul “buco” di 800 milioni che mina il futuro di Abbanoa e quello dei 1459 dipendenti: la Procura cercherà di accertare come si è formato e per colpa di chi. Occhi aperti anche sull’uso dei finanziamenti regionali destinati alle opere infrastrutturali, secondo gli organi di controllo dirottati sulle spese correnti. Il primo passo dell’inchiesta sarà l’acquisizione degli atti e della documentazione negli uffici di Abbanoa, mentre alcuni dipendenti della società avrebbero dato la propria disponibilità a testimoniare. Fin qui il fronte giudiziario che sta per aprirsi. Ma sulla sede legale di Abbanoa continuano a piovere diffide, con prospettive allarmanti per lo stato finanziario della società. L’ultima in ordine di tempo è firmata dall’avvocato Mattia Carta per conto della Masnata Chimici spa, l’azienda che fornisce ad Abbanoa il cloro e gli altri prodotti indispensabili per la potabilizzazione delle acque: il legale chiede all’amministrazione della società idrica di saldare entro sette giorni a partire dal 26 giugno fatture arretrate per quattro milioni e 770 mila euro riferite alle «forniture rese in esecuzione dei contratti stipulati» dopo le gare del 2010. L’avvocato precisa che il mancato saldo delle fatture «rischia di compromettere la regolare continuità delle forniture tutt’ora in corso». Come dire un altro pesantissimo macigno finanziario che cade sulla già sconquassata gestione di Abbanoa, la cui sopravvivenza è ormai legata all’ipotesi di capitalizzazione più volte richiesta dal direttore generale alla Regione. Senza un forte intervento finanziario è difficile che Abbanoa possa continuare a garantire il pagamento degli stipendi, ma a questo punto l’interrogativo è rivolto anche alla sopravvivenza del servizio. Ma non è finita: tra debiti, crediti virtuali da esigere, dati nascosti o di difficile lettura salta fuori un elemento nuovo che, se confermato, potrebbe provocare aspre polemiche: ci sarebbe una disparità di trattamento fra gli utenti idrici di Cagliari e Sassari rispetto a tutti gli altri. Chi abita nelle due maggiori città dell’isola non verrebbe chiamato a versare gli interessi sul ritardato pagamento delle bollette, mentre chi vive e consuma l’acqua in tutti gli altri comuni sardi deve pagare la mora. Sembra che in molti casi gli interessi di mora, per via di una procedura complessa che il sistema applica in automatico, vengano richiesti due volte. I ricorsi degli utenti infatti fioccano, ma spesso la procedura di slaccio va avanti e arriva alla fase esecutiva anche se le bollette arretrate sono state saldate. Colpa di un sistema informatico che a giudizio del collegio dei sindaci non è adeguato alle esigenza di una società che gestisce 705mila utenze, a causa – sostiene l’organo di controllo – di un software fornito dalla società Vitrociset. Uno dei problemi, sempre a leggere la relazione, sarebbe legato alla «migrazione» dei dati sugli utenti dai database originari alla nuova architettura informatica, chiamata Siris. Questo passaggio avrebbe provocato il pasticcio che migliaia di utenti Abbanoa hanno dovuto sperimentare sulla propria pelle. La direzione si è mossa di recente per mettere rimedio a questa situazione imbarazzante, affidando un incarico alla società Kpmg spa, che dovrà verificare il funzionamento del sistema.

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