La Nuova Sardegna

Le carte di Abbanoa sono in Procura

di Mauro Lissia
Le carte di Abbanoa sono in Procura

Dopo l’inchiesta della Nuova, nel mirino i rilievi del collegio dei sindaci: usati per spese correnti fondi destinati ad altro

02 luglio 2013
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CAGLIARI. È già nelle mani della Procura della Repubblica la comunicazione firmata dal collegio dei sindaci di Abbanoa, dove si accusa il direttore generale di tenere coperte le carte sullo stato finanziario della società e si fa riferimento a conti «in confusione totale» con l’uso di fondi regionali mirati su opere infrastrutturali dirottati sulle spese correnti. Il capo del pool reati contro la pubblica amministrazione Gaetano Porcu ha acquisito i servizi pubblicati nell’edizione di ieri della Nuova Sardegna ma fino a questo momento non risulta che sia stato aperto un fascicolo d’inchiesta. È certo che il contenuto della comunicazione e delle relazioni che l’hanno preceduta fa riflettere e sarà esaminato con attenzione, perché fotografa uno stato di difficoltà dal quale sembra piuttosto difficile uscire e nel quale sembrano emergere anomalie piuttosto gravi. Con un debito stimato di 800 milioni e crediti in gran parte virtuali per 400, la direzione di Abbanoa è impegnata in una forsennata attività di recupero dei crediti ma la sopravvivenza della società - come lo stesso Murtas segnala nella nota ai dipendenti, che pubblichiamo a parte - resta legata a un forte intervento di capitalizzazione da parte della Regione. Servono soldi freschi e servono con la massima urgenza, perché le casse sono quasi vuote e la direzione non ha nascosto la difficoltà di pagare gli stipendi e le quattordicesime già nel mese in corso.

Certo non è un compito semplice quello che è stato affidato a Murtas: a scorrere tabulati, atti e documenti interni di Abbanoa si scopre che il contenzioso legale ha raggiunto dimensioni monumentali, legato com’è all’incertezza dei dati sulle utenze, sui contatori, sui crediti maturati fin dai primi anni ottanta e oggi rimasti impigliati a un bilancio sul quale sindaci e revisore hanno manifestato più di una perplessità. Abbanoa, non solo per colpe attuali, naviga a vista in un mare agitatissimo da ricorsi e contestazioni che arrivano dai primi finanziatori dell’attività: gli utenti. Sono centinaia e centinaia, solo in parte compresi negli elenchi messi insieme faticosamente dagli uffici, con un sistema informatico che gli organi di controllo hanno definito inadeguato. Nell’elenco di utenti morosi pubblicato ieri per esempio, emergono situazioni che soltanto i giudici potranno definire: privati e enti che hanno saldato il dovuto e che si ritrovano comunque al centro di controversie, quando non addirittura colpiti dallo slaccio forzoso dell’utenza.

Un caso significativo fra i tanti segnalati, quello del condominio Cala Lupo di Stintino gestito dalla Configest srl, 720 unità immobiliari, uno dei più grandi d’Italia: per farsi riconoscere uno «sconto» sull’addebito iniziale di oltre un milione, l’amministratore Sergio Casu ha dovuto ricorrere alla Procura di Sassari e a una successiva transazione che ha portato la somma a 300mila euro da estinguere a rate, oltre 500mila in meno di quanto gli veniva contestato nel giugno 2011. Centinaia di altri utenti hanno dovuto affidarsi a legali per risolvere situazioni ai confini dell’assurdo, con decine di slacci eseguiti anche dopo il saldo del debito e lunghissime cause civili conseguenti.

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