La Nuova Sardegna

il direttore generale murtas

Dalla società una nota interna al personale «Nessun segreto, solo una pesante eredità»

Dalla società una nota interna al personale «Nessun segreto, solo una pesante eredità»

CAGLIARI. Non c’è alcun segreto sui dati finanziari della società Abbanoa: a scriverlo, in una nota interna diffusa tra tutti i dipendenti, è il direttore generale Sandro Murtas. Richiamata l’attenzio...

02 luglio 2013
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CAGLIARI. Non c’è alcun segreto sui dati finanziari della società Abbanoa: a scriverlo, in una nota interna diffusa tra tutti i dipendenti, è il direttore generale Sandro Murtas. Richiamata l’attenzione del personale sul servizio pubblicato nell’edizione di ieri della Nuova Sardegna, il dirigente passa in rassegna i rilievi contenuti nella comunicazione agli azionisti firmata dal collegio dei sindaci e ribatte punto su punto, scaricando la responsabilità di uno stato finanziario ai confini del dissesto sulla pesante eredità ricevuta nel 2005 da Abbanoa: «Sono verificabili e in corso di verifica – scrive Murtas - i bilanci e soprattutto le parti che la società si “trascina” dal momento della sua costituzione e che pesano come macigni sulla capacità operativa». Su questi aspetti Murtas scrive che sono state fornite «in tempi non sospetti tutte le evidenze». Il direttore generale parla poi dei «costi del sistema integrato e quindi della tariffa, non adeguata ai sensi di legge dal 2007 ad oggi»: su questo punto è stato inoltrato ricorso straordinario al Capo dello Stato nel 2011. Mancava, scrive ancora Murtas, la certificazione dei crediti ereditati dai precedenti gestori e la schiera di avvocati reclutata dal dirigente serve proprio a recuperarli, partendo - spiega Murtas - dai debitori «cronici». Secondo il direttore di Abbanoa «negli anni trascorsi la determinazione dei ricavi fatta con ampie stime, per evidente assenza di dati, ha determinato la crescita dei crediti per fatture da emettere. Il fatto era evidente e, tra le prime azioni fatte nel 2009 e 2010, abbiamo eseguito la verifica e la riduzione dei crediti per fatture da emettere, impiegando il fondo di svalutazione. In totale abbiamo ridotto i crediti di 50 milioni per ricavi calcolati negli anni 2005-2008. Oltre ciò, si è dovuta iniziare, con solo personale interno, una operazione epocale di censimento e rilievo della attendibilità delle anagrafiche ricevute. Negli atti di programmazione dal 2002 era detto chiaramente che in assenza di capitalizzazione in denaro la società non avrebbe potuto sopravvivere. Forse è proprio questa la particolarità: la società è “sopravvissuta” e ha messo i riflettori sui conti, sui debiti, sui crediti, sulle anagrafiche e sui ricavi, sulle tariffe, tanto sul presente che sul passato».(m.l.)

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