La Nuova Sardegna

In spiaggia coi “pibiones” Stile sardo per le borse trendy

di Sabrina Zedda

Cagliari, Paolo Angius e la figlia Marzia rispondono alla crisi con la tradizione «In un mondo globalizzato per distinguersi bisogna avere idee nuove»

21 giugno 2013
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CAGLIARI. Basta alle gettonatissime borse trasparenti in pvc per andare in spiaggia, o agli zaini visti e rivisti su milioni di persone. Meglio optare per l'originalità, con materiali naturali e motivi capaci di rimandare alla Sardegna di una volta. L'idea è venuta a Paolo Angius, commerciante di borse e accessori, ma con un passato da artigiano del pellame, che di fronte alla crisi globale ha scelto di reagire con la creatività piuttosto che lamentarsi.

Il risultato sono delle sacche da mare e da viaggio realizzate interamente a mano, e decorate con la tecnica tutta sarda "a pibiones", in cui sono riproposti motivi come tralci d'uva o l'intramontabile "pistoccu". Cotone grezzo per il rivestimento interno, prodotto e acquistato da rivenditori locali, e pannelli decorati, anch'essi in cotone, arrivati direttamente da un'azienda di Nule, ed ecco che la nuova avventura di Paolo Angius ha inizio. "Dopo aver chiuso, per via della crisi, alcuni punti vendita, mi sono reso conto che con la globalizzazione il modo di fare commercio è cambiato - dice Paolo Angius -. Così ho cominciato a fare delle indagini di mercato per capire dove ancora poteva esserci qualche spazio". Nonostante la massificazione di prodotti e merci, Angius ha capito che ancora c'è chi vuole distinguersi dalla massa e desidera avere oggetti personalizzati.

Così ha pensato alle sacche per il mare, da utilizzare però anche come zaini da viaggio. Robuste, originali, e di una gamma di colori che rimandano tutti alla Sardegna: crudo, rosa, lilla, verde mare, turchese... "Per la loro produzione - dice Angius con un sorriso - sto sperimentando nuovi tipi di filiera: acquisto i materiali, rigorosamente naturali, da produttori locali, e affido la lavorazione, dietro un disegno fatto da me, alle mani sapienti di un'artigiana di Sinnai".

Le sacche, una volta pronte, arrivano nel suo negozio di via Garibaldi, per una sfida che ora è soltanto agli inizi. ""Le sacche sono solo l'inizio del mio progetto - confida il commerciante - Ho in preparazione altri cinque prodotti: si tratta di alcuni modelli di borse e borsette che ho intenzione di realizzare con le stesse modalità".

La speranza è che le richieste arrivino copiose, perché questo significherebbe far vincere un modello produttivo che potrebbe creare nuovi posti di lavoro, e questo nell'ottica del rispetto per l'ambiente e della valorizzazione della propria terra e delle proprie risorse. "Chi l'ha detto che crisi significa disperazione? - non smette di ricordare il commerciante -. In realtà è proprio l'occasione per sfidarsi". A lui, che da ragazzino dopo il lavoro in una filiale della Alfa Romeo correva a dare una mano a un amico artigiano nella pelletteria di piazza Savoia, ad aiutarlo è stato anche il suo passato: "Prima di aprire, negli anni '80, un'attività commerciale mia, per anni ho lavorato come aiutante in quel laboratorio. Cucivo, assemblavo le pelli, realizzavo fusciacche, al tempo molto di moda. Sino agli anni Novanta ho continuato a farlo anche nel mio negozio, ma poi la crisi mi ha costretto a chiudere quel ramo". Adesso, aiutato dalla figlia Marzia, 24 anni e studi da designer, e presto dalla più piccola, Valentina, ancora studentessa, la storia continua. E questo è il nuovo capitolo.

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