La Nuova Sardegna

Le launeddas suonano per Napolitano

Le launeddas suonano per Napolitano

Roma, per la prima volta la banda della Brigata Sassari introduce nella parata del 2 Giugno l’antico strumento musicale - VIDEO

03 giugno 2013
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ROMA. La Brigata Sassari si sente arrivare ai Fori Imperiali annunciata dalla banda. In lontananza l’inno Dimonios risuona mentre i primi reparti militari sfilano davanti al Presidente della Repubblica e a tutto il mondo politico schierato nella tribuna d’onore, e per la prima volta in un’occasione importante come la Festa della Repubblica, il suono dolce e a quasi tutti sconosciuto delle launeddas suonate da Vincenzo Cannova si diffonde nell’aria. E’ stato il presidente Napolitano, un paio di mesi fa, mentre si stendeva il protocollo per l’evento, a decidere che solo la Brigata Sassari sfilasse suonando il suo inno.In tempi di austerity, ieri, erano numericamente pochi i corazzieri a cavallo, ma per la prima volta a piedi, i motociclisti, senza motociclette, gli agenti della polizia stradale, senza automobili. L’unico strappo è stato per i sassarini. Niente a che vedere con la grandeur del 2011, quando a sfilare lungo via dei Fori imperiali furono quasi in 6.000, contro i 3.300 di oggi: ma quella era l’edizione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La Brigata Sassari invece è lì che fa canticchiare tutti, facendo dimenticare per un attimo i problemi dell’Italia, la crisi, la disperazione. “China su fronte si sezzidu pesa chi è passende sa Brigata tattaresa... Ajò Dimonios, avanti e fortza paris” la cantano i bambini che sventolano le bandierine, seguono il ritmo gli stranieri che applaudono felici, e i deputati, senatori, ministri nella tribuna d’onore. Applaude il presidente Napolitano. Tra quei soldati che cantano le gesta dei loro avi che si erano coperti di gloria sul Piave durante la Prima guerra mondiale, quasi 100 anni fa, c’è Vincenzo Cannova, di Sanluri, da dodici anni nella Brigata Sassari, caporal maggiore capo. Soffia le note in tre sottilissime canne e riesce a domare il suono modulando le dita. Con orgoglio cammina levando verso il pubblico il più antico degli strumenti della tradizione musicale sarda: le launeddas. Un onore ancora più grande per “quei piccoli sardi che avevano donato la loro vita alla Patria” e stanno continuando a distinguersi nelle missioni in cui sono stati chiamati a operare.Poi, la parata. Quella di tutti gli italiani. Con qualche polemica per la mancanza delle strisce tricolori e altre iniziative che hanno contraddistinto la giornata romana. «Non ci piace tutta questa austerità», confessa la gente lungo il percorso. Per non parlare delle Frecce Tricolori, rimaste negli hangar con grande disappunto dell’ex ministro della Difesa Ignazio la Russa.C’erano tutti i politici sulle tribune, anche il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, che ha provato un moto di orgoglio nel vedere sfilare la Brigata alla quale è legatissimo, dopo che i rappresentanti delle istituzioni, hanno accolto il presidente Napolitano all’Altare della Patria.

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