La Nuova Sardegna

I cani sardi invadono Scano Montiferro

di Francesco G. Pinna
I cani sardi invadono Scano Montiferro

Pastore fonnese, dogo, levriero e volpino: a confronto esemplari provenienti da tutta l’isola. «Non bellissimi, ma utili» - FOTO

27 maggio 2013
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SCANO MONTIFERRO. Se fosse stato uno dei tanti concorsi cinofili che ogni anno si tengono anche in Sardegna, il titolo di The Best in Show della Mostra dei cani sardi che si è svolta ieri a Scano Montiferro sarebbe andato probabilmente a Briciola, l'unico volpino sardo presente. Ma quello organizzato dalla poco più che neonata Associazione Cani Sardi non è un concorso. Non ci sono giudici, non ci sono prove da superare, e nello straordinario scenario naturale delle sorgenti di Sant'Antioco non si sono visti neanche acconciatori per cani, come in qualsiasi altra gara.

«Perché a noi – spiega il presidente dell'Associazione Piernicola Taglioli, originario di Buddusò ma scanese di adozione – più che il cane bello da esposizione, o con tutte le carte in regola per il riconoscimento dell'Enci, interessa il discorso della funzionalità e della utilità». Per tornare all'unico volpino presente, Briciola è arrivata a Scano da Orosei con la sua padrona Nadia assieme a un gruppo di pastori fonnesi – Barrosa, Astula, Leppa, Erchitu – e a un bellissimo levriero, Lepredda. E sono stati proprio i pastori fonnesi (entrati ufficialmente quest’anno nel novero dei cani di razza) e i levrieri i padroni della scena assieme a diversi magnifici esemplari di dogo sardo.

Sono arrivati da Pabillonis, Thiesi, Tresnuraghes, Sestu, Serramanna, Cagliari, Gavoi, Soleminis, Macomer e naturalmente Scano Montiferro. Che ha partecipato anche con i prodotti tipici dell'agroalimentare e dell'artigianato. Panadas e casizzolu, ceramiche artistiche e souvenir di sughero e altro ancora. Perché se la prima edizione del 2012, come ammette il presidente dell'Associazione, era stata un po’ improvvisata, quest'anno la Mostra dei cani sardi ha provato a fare il salto di qualità: «Non è facile, ma ci stiamo provando, i mezzi sono pochi e le difficoltà non mancano, ma rimediamo con la voglia di lavorare insieme per valorizzare le caratteristiche dei nostri cani».

Non a caso stavolta c'era anche un convegno con relazioni di esperti e appassionati. Marianna Virdis, per esempio, arrivata da Serramanna con i suoi levrieri, ha fatto il punto di un lungo lavoro di ricerca che ha permesso di censire 78 allevatori e circa 300 esemplari distribuiti in 50 diversi comuni, di cominciare a definirne meglio i caratteri tipici e persino di avviare un progetto con quattro cucciolate controllate figlie di genitori con una ben definita linea di sangue.

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