La Nuova Sardegna

Tentata truffa: in aula tre dirigenti regionali

Tentata truffa: in aula tre dirigenti regionali

Per l’accusa disposero il pagamento di 900mila euro di incentivi a 50 funzionari per lavori mai fatti

12 aprile 2013
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CAGLIARI. Accusati di tentata truffa aggravata ai danni della Regione e falso in atti pubblici, tre dirigenti regionali saranno processati il 20 giugno davanti alla prima sezione del tribunale, presieduta da Carlo Renoldi. Sono l’ex direttore generale della pianificazione urbanistica Marco Melis (49 anni) di Selargius, il direttore del servizio pianificazione urbanistica e paesaggistica Giuseppe Biggio (61 anni) di Cagliari e la direttrice del servizio affari generali e giuridici Maria Ersilia Lai (55 anni) di Cagliari, imputata solo per il primo reato. La vicenda risale a tre anni fa: in ballo c’erano novecentomila euro pubblici, da distribuire tra una cinquantina di dipendenti regionali per incentivarli a lavorare sulla revisione e sull'aggiornamento del piano paesaggistico. I soldi erano pronti alla ragioneria, solo che funzionari e impiegati scelti dai piani alti di viale Trento avevano fatto poco e in molti casi nulla. Ma tanto è bastato perché alcuni dirigenti disponessero il pagamento delle somme stabilite, fino a 18 mila euro per circa un anno d'impegno risultato virtuale, tra il 2009 e il 2010. Rinviati a giudizio col rito immediato, ieri si è svolta l’udienza di smistamento con l’ammissione delle prove. Il giudizio vero e proprio comincerà il 20 giugno. La scelta del rito immediato è significativa: per il pm le prove sono schiaccianti. La vicenda: il 29 dicembre 2009 il presidente Ugo Cappellacci e il direttore generale della Regione firmano una delibera in cui si stabilisce che le attività di revisione del Ppr per il biennio 2009-2010 devono essere affidate "prioritariamente a professionalità interne all'amministrazione regionale" sulla base di incarichi pagati extra-stipendio. E' una procedura regolare, rivolta a evitare i costi di consulenze esterne. In una delibera successiva, datata 12 marzo 2010, il governatore indica i criteri per la suddivisione della somma e i limiti di spesa. I dubbi, che hanno portato il pm Cocco ad aprire un'inchiesta, emergono quasi un anno dopo, quando il direttore generale Melis d'intesa con il collega Biggio firmano una determinazione in cui viene disposto il pagamento degli incentivi ai dipendenti "tenuto conto del lavoro effettivamente svolto”. Però - così sostiene il pm - al 28 dicembre 2011 i dipendenti individuati dalla dirigenza regionale "non avevano prestato alcuna attività lavorativa per le finalità stabilite". (m.l)

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