La Nuova Sardegna

Forte Village, i russi di Gazprom vicini all’acquisto

di Umberto Aime
Forte Village, i russi di Gazprom vicini all’acquisto

Offerta di 150 milioni in contanti a Marcegaglia e Donà Dalle Rose: battuta la concorrenza del Qatar. È uno dei migliori e più premiati resort del pianeta

23 marzo 2013
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PULA. Pronti via, ma la gara è già finita. Gli arabi hanno perso e i russi vinto. A far la differenza sono stati i 150 milioni offerti in contanti dalla Gazprom di Mosca sui 200 pretesi dal gruppo italiano Marcegaglia-Donà Dalle Rose, per vendere la gestione dell’extralusso «Forte Village» di Santa Margherita, a Pula. La trattativa è in fase avanzata se non addirittura conclusa. Per diversi osservatori, prima dell’estate sul pennone più alto del resort che per tredici volte consecutive ha vinto la «coppa del mondo dell’hotellerie», sventolerà la bandiera del colosso moscovita del gas e non lo stendardo della Qatar Holding, già proprietaria del Consorzio Costa Smeralda e in corsa nell’asta per il Forte fino gennaio. Asta organizzata, a novembre dell’anno scorso, dall’Unicredit dopo che i soci e il presidente della Mita Resort-Eleganzia, l’ex leader della Confindustria Emma Marcegaglia, avevano chiuso l’ultimo bilancio conosciuto, quello del 2011, con una perdita di 6,2 milioni, ma anche ricavi appena superiori ai 55 milioni. A quel punto la Gaia Turismo (famiglia Marcegaglia) e l’Olii resort (conte Andrea Donà Dalle Rose) hanno dato il via libera all’operazione. Non tanto per i conti chiusi in rosso, visto che il Forte è comunque una miniera d’oro, bensì a causa di una doppia volontà dei soci. Da una parte, quella del gruppo siderurgico Marcegaglia, che alla fine del 2012 ha annunciato la necessità di razionalizzare le sue attività collaterali a causa del «deterioramento delle condizioni del mercato» e anche per il miliardo di debiti proprio con l’Unicredit, fino a mettere in vendita il suo gioiello della divisione turismo, il Forte Village, appunto. Con cui vuol far cassa, per poi investire nelle altre sue proprietà estive: l’isola di Albarella, nella laguna veneziana, Castel Monastero nel Chianti, Pugnochiuso in Puglia, Le Tonnare a Stintino e pare anche nel mai decollato Porto Arsenale della Maddalena su cui però continuano a intrecciarsi misteriose contrattazioni. Di fronte alla volontà della famiglia Marcegaglia, anche il conte Donà della Rose avrebbe deciso di mettere in vendita la sua quota, per evitare di avere a che fare in futuro con qualche invadente socio straniero. Perché appena è diventato ufficiale che il contratto di gestione del Forte, valido fino al 2037, era sul mercato in diversi hanno bussato alla porta dell’Unicredit. A cominciare dal Qatar Holding, che subito dopo aver acquistato dalla Colony di Tom Barrack gli alberghi della Costa Smeralda, avrebbe tentato lo stesso nella Sardegna del Sud. La trattativa era ben avviata, ma prima dell’offerta vincente della Gazprom, gli arabi avrebbero avuto un primo ripensamento dopo la scoperta che le mura del Forte sono di proprietà della Idea Fimit (famiglia De Agostini e Inps insieme) e che il fondo immobiliare non aveva certo intenzione di cederle. Ed è proprio in quel momento d’incertezza che nell’asta si sarebbe inserita la Gazprom, da sempre in concorrenza con l’Holding del Qatar nel ricco mercato del gas. Catalogata come public company ma in effetti nelle mani dell’oligarchia russa fedelissima al presidente della Federazione russa Vladimir Putin, la Gazprom nei colloqui con Unicredit sarebbe andata per le spicce. Fino a superare di slancio gli arabi, indecisi, con quell’offerta strabiliante: 150 milioni in contanti. Troppi anche per il Qatar, che si sarebbe ritirato per investire, com’è avvenuto, nella più economica Grecia con l’acquisto di alcune isolette. Ora spetterà a Unicredit chiudere l’affare con Gazprom e stabilire quando e come, al Forte, ci sarà l’ammaina bandiera del Tricolore.

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