La Nuova Sardegna

Ilaria Porceddu sul palco dell’Ariston: ritornello in sardo

di Luciano Pirroni
Ilaria Porceddu sul palco dell’Ariston: ritornello in sardo

Parla la ragazza di Assemini stasera in concorso nella sezione Giovani con il brano “In equilibrio”

14 febbraio 2013
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SASSARI. Essere sempre come su un filo, sospesi e di passaggio. Ed essere consapevoli e in fondo felici di questa condizione. Ilaria Porceddu, 25 anni, cantautrice cagliaritana, porta a Sanremo un brano in cui pare identificarsi del tutto, a partire dal titolo: «In equilibrio».

Su Twitter promuove un'«invasione di nasi rossi» a Sanremo. Di cosa si tratta esattamente?

«Ho deciso di stampare dei nasini rossi con la scritta “Ilaria Porceddu in equilibrio” per regalarli un po' a tutti, perché si ricordino di me, con amore e divertimento. Sono per me un simbolo di equilibrio».

Da dove proviene questo immaginario circense?

«E' nato dopo aver visto “La strada” di Federico Fellini, regista che ha amato il circo».

Il ritornello è in sardo, che altro c'è della sua terra in questa canzone?

«C'è, di nuovo, il concetto di equilibrio. Nel senso che anche io mi sento in bilico tra la terra che ho dovuto lasciare, la Sardegna, e quella in cui approderò, ancora non so quale. Mi riconosco nella condizione di chi non lascia mai le proprie radici e sta sospeso tra quello che ha lasciato e quello che troverà».

Ha trovato l’ equilibrio?

«No e non lo cerco neanche, la vita è proprio questa ricerca continua di equilibrio, fermarsi è come morire».

Insomma, dai palchi di “Un mare di musica”, allestiti alla buona nelle strade al centro di Assemini, alle scenografie del Teatro Ariston. Il salto è da far tremare i polsi anche ai big della musica italiana. Non certo a Ilaria Porceddu, che gareggerà stasera nella sezione “Giovani” del Festival di Fabio fazio, approdata nella riviera ligure dopo una gavetta interminabile, mescolata agli studi di sonorità e armonie musicali.

Una passione che è stata alimentata sin da bambina nella scuola “Peter's day”, sulla via Sardegna, fucina di giovanissimi talenti. «Che sarebbe arrivata lontano già si poteva pronosticare dai primi passi – sottolinea il suo primo maestro di canto, Piero Collu –. Una inclinazione quasi esclusiva per il canto e il pianoforte, con virtù uniche per una bimba. Poi la grande maestria nel saper calcare il palcoscenico. Una dote che in pochi possiedono. Eppoi i suoi gusti musicali che l'hanno portata a primeggiare». Non è un caso che sia stata da subito protagonista nei concerti nelle piazza isolane con la band “Omaggio a De Andrè”. «E' stata una delle soliste dell'ensemble. Abbiamo trionfato in Sicilia e a Rimini».

Poi la decisione di salpare verso la penisola. «Inutile negarlo – evidenzia il padre di Ilaria, Roberto – Il distacco dalla Sardegna è stato difficile. Un distacco complicato da digerire ad appena 18 anni». Una scelta, però, che si è rivelata, alla lunga, più che azzeccata. Dopo la laurea in Scienze dello spettacolo, sono arrivati i primi successi professionali. E ora Sanremo

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