La Nuova Sardegna

L’INCIDENZA é TRE VOLTE SUPERIORE a quella nazionale

Echinococcosi, arriva il vaccino australiano

L’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di mettere fine all’emergenza Sardegna

02 febbraio 2013
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CAGLIARI. Mezzo secolo non è bastato per debellare l’echinococcosi, è la malattia trasmessa dai vermi parassiti, che per l’uomo può essere anche letale. Purtroppo no, è ancora endemica. Così come furono gli americani per la malaria a salvare la Sardegna del dopoguerra, ora saranno gli australiani a «darci una mano», nel 2013. Lo faranno insieme all’Organizzazione mondiale alla sanità che vuole cancellare questa macchia di arretratezza dalla mappa del mondo occidentale. Dal 2001 al 2010, nell’isola, i ricoveri per «echinococcosi cistica», colpisce distrugge fegato, polmoni e milza, sono stati 1.502, con un tasso medio di 6,6 pazienti ogni centomila abitanti. È un’incidenza scandalosa, tre volte più alta di quella nazionale, che è appena superiore ai 2 casi ogni centomila abitanti. I comuni in emergenza sono Orune, con 16 ricoveri, e Bitti, 14, ma l’allarme è alto anche a Benetutti e ad Alà dei Sardi, con un costo complessivo per il sistema sanitario di ben 7 milioni nell’ultimo decennio. Proprio in queste aree ad alto rischio e in altri 28 comuni l’assessorato regionale alla sanità, insieme all’Istituto zooprofolattico, proverà a sconfiggere le larve. Larve che passano dalle feci dei cani alle pecore al pascolo, e poi agli uomini, quando mangiano la carne infetta. Ma basta anche ingerire verdure crude lavate male o mettersi le mani sporche di terra per contrarre la malattia. La contromisura, come detto, arriverà dall’Australia (dove l’epidemia l’hanno debellata), col vaccino del medico veterinario dell’università di Melbourne, Marshall Lightowlers. A essere vaccinati sanno gli agnelli per interrompere ì almeno una delle catene di trasmissione. È prevista anche una campagna di prevenzione sempre nella zona pilota, con corsi di educazione sanitaria e contrasto alla macellazione clandestina. Il finanziamento sarà di 800 mila euro in due anni, la metà a carico dell’Organizzazione sanitaria mondiale e l’altra della Regione. «L’obiettivo – ha detto l’assessore Simona De Francisci – è debellare l’echinococcosi entro 5 anni dall’avvio del progetto». Per Romano Marabelli del ministero della salute «è un traguardo indispensabile e dovuto», come ribadito anche da Antonello Usai dell’Istituto zooprofilattico: «Dobbiamo riuscirci e possiamo assicurare agli allevatori che il vaccino non avrà effetti collaterali sul bestiame». In altri tempi, la sfida avrebbe avuto qualcosa di biblico, ma forse lo è ancora. In Sardegna – dopo la vittoria sulla malaria – sembra che le epidemie collegate al mondo animale siano invincibilii. Lingua blu, febbre catarrale, peste suina sono patologie purtroppo entrate nel linguaggio comune. Ora c’è il fronte per sconfiggere l’echinococcosi. «Dopo 50 anni – ha detto l’assessore – dobbiamo mettere fine a questa anomalia». E i salvatori, ancora una volta, arriveranno dall’altra parte del mondo: è vero, la storia si ripete soprattutto nelle epidemie. (ua)

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