La Nuova Sardegna

Trivelle in arrivo, il Medio Campidano è pronto a ribellarsi

di Luciano Onnis
Trivelle in arrivo, il Medio Campidano è pronto a ribellarsi

In consiglio provinciale esplode il caso dei progetti di Saras e Geo Energy per la ricerca di petrolio e gas

21 dicembre 2012
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SANLURI. Nella terra dei carciofi spunteranno le trivelle per la ricerca nel sottosuolo di idrocarburi liquidi e gassosi, tipo petrolio e metano. Più o meno all’insaputa di tutti, se non dei nove Comuni a cui la Regione ha comunicato che «la Saras ha presentato una richiesta per la proroga delle perforazioni». Di quali perforazioni, in realtà, non è dato sapere. Nessuno ne era stato messo precedentemente a conoscenza.

La notizia è giunta direttamente dal portale del ministero dello Sviluppo economico che informa della presentazione di una seconda richiesta di ricerche di idrocarburi in Campidano, stavolta da parte della Geo Energy srl (gruppo Geotech di Padova), iniziativa concorrenziale a quella precedente della Igia per conto della Saras. Dei due progetti, il ministero ha dato comunicazione alla Regione, che a sua volta ha messo al corrente i Comuni mettendoli di fronte al fatto compiuto. Insomma, le trivelle spunterebbero in mezzo ai carciofi.

Adesso che la caccia a petrolio e metano pare sia sul punto di iniziare, arrivano le prime prese di posizione e scoppiano le polemiche. Da Sanluri è già partito un secco «no» pronunciato ad alta voce dal sindaco Alessandro Collu. In un recentissimo convegno per la presentazione del libro “Trivelle d’Italia” di Pietro Dommarco è stato spiegato quanto potrebbe avvenire tra poco in una porzione del territorio comunale da sempre dedicata a intensive colture agricole, come appunto i carciofi, ma anche ortaggi vari, leguminose, foraggio e granaglie. Segnali di netta opposizione alle trivelle (ma qualcuno sembra possibilista) arrivano anche dagli altri Comuni, le cui amministrazioni non hanno ancora preso, però, una posizione ufficiale. Delle ricerche di idrocarburi nel territorio si è parlato ieri sera anche nel consiglio provinciale del Medio Campidano a seguito di una interrogazione presentata dal consigliere Andrea Mura (Idv). Molte le perplessità e le avvisaglie che non c’è alcuna intenzione di sacrificare e sconvolgere in nome del dio petrolio una terra tradizionalmente vocata all’agricoltura. Settore che è il primo, assieme alla zootecnia, nell’economia del Campidano.

I progetti sono, come detto, due: il primo, denominato Igia, è stato presentato dalla Saras a inizio 2011, l’altro è quello della Geo Energy, che porta il nome Siliqua. Le zone di ricerca sono prevalentemente le stesse e capiterà che le trivelle di entrambe le società si trovino a perforare il sottosuolo a poche decine di metri l’una dall’altra. E non sarà facile metterle d’accordo nella corsa a gas e petrolio nel momento in cui dovesse arrivare qualche risultato positivo. Il piano Igia interessa una superficie di 188 chilometri quadrati, di cui 77 ricadono nei territori comunali di Sanluri, Samassi, Serramanna, Villacidro e marginalmente quelli di Sardara, Serrenti, San Gavino e Furtei (provincia Medio Campidano); la parte maggiore riguarda Villasor, Decimoputzu, Villaspeciosa, Uta e Assemini (provincia Cagliari). Il progetto Siliqua si estende invece per 297 chilometri quadrati e comprende i territori, oltre a Siliqua, di Vallermosa, Villacidro, Samassi, Serramanna, Villasor, Decimomannu, Decimoputzu, Uta e Villaspeciosa.

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