La Nuova Sardegna

Sassari, un pregevole Bach nel più classico Oratorio di Natale

di Antonio Ligios
Sassari, un pregevole Bach nel più classico Oratorio di Natale

Applausi per l’imponente concerto andato in scena l’altra sera nella Basilica di Santa Maria in Betlem

21 dicembre 2012
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SASSARI. Moltissimi applausi e una Basilica di Santa Maria letteralmente gremita di pubblico hanno salutato l’esecuzione delle prime tre cantate tratte dall’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach, frutto di una coproduzione che ha visto protagonisti la Polifonica Santa Cecilia, che ha messo a disposizione i suoi due cori (quello misto e quello delle voci bianche), il Conservatorio Luigi Canepa, che ha fornito l’orchestra, e la Camerata Artemisia, gruppo specializzato nell’interpretazione delle musiche barocche, che ha messo in campo tutta l’esperienza maturata in molti anni di attività in questo ambito. Un’esperienza che dovrebbe essere presa ad esempio, in epoca di vacche magre dal punto di vista dell’intervento pubblico nel settore della cultura, e della musica in particolare, e che dovrebbe insegnare che le sinergie sono caldamente consigliabili quando non si ha la forza di fare tutto da soli. L’Oratorio di Natale è una monumentale cantata divisa in sei parti che coprono le feste liturgiche del calendario luterano comprese tra il Natale e l’Epifania. All’epoca di Bach l’esecuzione avveniva ovviamente in tempi diversi, distribuita tra le varie festività e collocata nelle due chiese principali della città di Lipsia: San Tommaso, dove Bach ricopriva l’incarico di ‘Kantor’, e San Nicola. L’Oratorio ricorda nella sua struttura le Passioni bachiane, con le quali condivide la presenza della narrazione evangelica alternata a corali e a testi cantati sotto forma di recitativi ed arie; con le Passioni e le altre cantate sacre ha in comune la rigorosa aderenza dell’espressione musicale al contenuto del testo, fondata su una affascinante trama di figurazioni musicali fortemente caratterizzate sul piano simbolico.

A Santa Maria abbiamo ascoltato le cantate n. 1, 3 e 6 in una bella esecuzione diretta da Gabriele Verdinelli. Un’esecuzione che ha messo in evidenza sia il lato festoso di diversi numeri musicali, sottolineato da Bach attraverso il ‘classico’ accostamento trombe-timpani, sia quello più intimo e meditativo, presente in alcune arie e soprattutto nei corali, molto opportunamente affidati anche alle voci bianche, che hanno conferito ai brani un particolare colore vocale. Verdinelli, pur dirigendo un complesso di strumenti moderni, formato in gran parte (per l’orchestra) da studenti, ha condotto il discorso musicale 'alla maniera antica’, dunque nel rispetto delle antiche prassi esecutive, cosa che ha conferito alla lettura una particolare freschezza, coadiuvato da una buona Orchestra del Conservatorio (della quale ci permettiamo di segnalare la prima tromba Antonio Mura, che ha superato agevolmente le impervie difficoltà della sua parte, e Rebecca Ferri, una continuista perfetta) e dai due affidabili cori.

Tra i solisti va evidenziata l’ottima prova di due specialisti come Gloria Banditelli e Sergio Foresti, che in questo repertorio danno un’autentica lezione di stile e di espressività; ma hanno ben figurato anche il giovane soprano Valentina Marghinotti e, ancor più, l'altrettanto giovane tenore Matteo Desole, entrambi provenienti dai Conservatori della Sardegna. La parte dell’Evangelista è stata interpretata correttamente da Vincenzo Di Donato. L’appuntamento è ora per il 5 gennaio prossimo. In questa data infatti le altre tre cantate dell’Oratorio (n. 2, 4 e 5) saranno presentate dal Coro Polifonico Turritano e dall’Orchestra del Conservatorio di Cagliari, con la direzione di Luca Sannai e di Riccardo Leone, a Sassari, nella Chiesa del Rosario.

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